2 aprile: allarme masking, rischio invisibile per le persone autistiche
Mascherare i tratti autistici per conformarsi alle aspettative della società. Fondazione Sacra Famiglia, organizzazione leader nel settore, accende i riflettori su un fenomeno poco conosciuto ma diffuso e rischioso: il masking
Nascondere i propri tratti caratteristici per conformarsi alle aspettative della società: è il masking, o “mascheramento”, un comportamento di adattamento sociale messo in atto dalle persone neurodivergenti, come quelle nello spettro autistico o con ADHD. Questa strategia può svilupparsi attraverso alcune tecniche, come imitare espressioni facciali, forzare il contatto visivo, sopprimere gesti spontanei (stimming) e interessi considerati inusuali. Se da un lato il “mascheramento” sembra facilitare l’integrazione sociale, dall’altro può avere un costo elevato in termini di stress, ansia e affaticamento mentale, specialmente quando viene mantenuto nel lungo periodo.
“Riconoscere e comprendere il masking è fondamentale per promuovere un ambiente più inclusivo, in cui le persone con autismo si sentano accettate senza dover nascondere la propria autenticità”, afferma Monica Conti, Direttrice dei Servizi Innovativi per l’Autismo di Fondazione Sacra Famiglia. “La presa in carico di giovani e adulti neurodivergenti senza disabilità cognitiva ha richiesto da parte di Sacra Famiglia una rielaborazione del percorso psicoeducativo. L’attenzione si è spostata verso obiettivi di consapevolezza e costruzione dell’identità, oltre al trattamento delle condizioni di sofferenza psichica che possono emergere a causa delle grandi fatiche di adattamento sociale”.
Per rispondere a questa necessità, Fondazione Sacra Famiglia ha attivato diversi percorsi di sostegno, tra cui: programmi di inclusione e socializzazione; gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico individuale e di gruppo; interventi ambulatoriali; percorsi di orientamento al lavoro. “L’intervento precoce è fondamentale, non solo dal punto di vista abilitativo, ma anche per equipaggiare la persona con strategie che riducano l’impatto della neurodivergenza sulla costruzione dell’identità personale”, conclude Conti. “Solo accogliendo e comprendendo le persone autistiche si può evitare che ricorrano a strategie come il masking, che abbassano l’autostima e mortificano la realizzazione umana e sociale di chi è costretto a praticarle”.