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Vuoi regalare sorrisi? FraBike cerca angeli custodi in bici

Le biciclette speciali di Sacra Famiglia sono l’oggetto più desiderato dai nostri ospiti: aiutaci a regalare a tutti un giro in FraBike!

Il vento che accarezza il viso, il calore del sole sulla pelle, i suoni di un parco in un pomeriggio di primavera: per molti sono sensazioni quotidiane, comuni. Per le persone con disabilità o mobilità ridotta che vivono in Sacra Famiglia  possono invece rappresentare un’esperienza desiderata, un momento di evasione e divertimento non scontato.

Per trasformare questo desiderio in realtà è nato il progetto Fra’ Bike, un’iniziativa di mobilità inclusiva che ha dotato le sedi della Fondazione di speciali biciclette a pedalata assistita con due posti, pensate per trasportare in sicurezza e comodità anche chi si muove in carrozzina o non può pedalare in autonomia. Le bici sono pronte e la voglia degli ospiti di uscire per una passeggiata è grande; tuttavia, gli operatori di Fondazione, pur con tutto l’impegno, non riescono a soddisfare le numerose richieste perché le gambe per pedalare non sono mai abbastanza.

Per questo Sacra Famiglia lancia un appello alla ricerca di volontari, veri e propri “angeli custodi in bici” disposti a dedicare un po’ del loro tempo per accompagnare gli ospiti in queste piccole, grandi avventure. Non si tratta solo di guidare una Fra’ Bike ma di offrire compagnia e condividere un sorriso. Non è richiesta una preparazione da ciclisti professionisti, ma sensibilità, apertura e il piacere di stare all’aria aperta. Fondazione si occuperà di fornire tutta la formazione necessaria per utilizzare i mezzi in sicurezza e di sostenere i volontari in ogni fase, in uno spirito di reale collaborazione con gli operatori.

Diventare un volontario Fra’ Bike è un invito a percorrere un pezzo di strada insieme, trasformando un semplice giro in bicicletta in un momento di libertà e gioia reciproca.

Per dare le propria disponibilità a diventare un “angelo custode in bici” scrivere a: frabikevolontari@sacrafamiglia.org

 

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Pazienti di Sacra Famiglia e detenuti del carcere di Opera: il viaggio riparte

Un incontro sorprendente nel carcere di Opera che dal 2019 dà frutti inaspettati. Quest’anno, detenuti e pazienti psichiatrici si confrontano sul tema del viaggio

Riparte il progetto di Fondazione Sacra Famiglia che, dal 2019, fa incontrare detenuti e persone con disabilità o disagio psichico. Dopo i percorsi degli ultimi due anni, incentrati sui legami e le emozioni, il tema di quest’anno è il “viaggio”, ispirato alla lettura de “Il Piccolo Principe”. I protagonisti sono un gruppo di detenuti che hanno intrapreso un percorso di giustizia riparativa con l’associazione In Opera, e gli ospiti del centro diurno psichiatrico “Il Camaleonte” di Sacra Famiglia.

L’iniziativa va oltre l’etichetta sbrigativa di un incontro “tra matti e carcerati”, come una lettura intrisa di pregiudizio potrebbe suggerire. “L’obiettivo è ben altro”, spiega la responsabile del Camaleonte, Barbara Migliavacca, “e anche se ambizioso è stato già raggiunto nelle scorse edizioni: superare lo stigma e le diffidenze reciproche e attivare, attraverso la relazione, un percorso di cura e autocura condiviso”. 

Le esperienze degli anni passati testimoniano la forza trasformativa di questi incontri. “Siamo prigionieri tutti, noi e loro, ma loro non hanno nessuna colpa”, riflette Bessi, un ex detenuto del carcere di Opera oggi in semilibertà, che ha intrapreso il percorso anni fa. “Sono intrappolati nella loro mente eppure sperimentano una creatività e una libertà di pensiero che mi colpiscono”. Questa percezione rovescia completamente la prospettiva comune: la prigionia non è solo quella fisica, delimitata dalle sbarre, ma anche quella invisibile delle proprie angosce, come conferma Luca, un utente del Camaleonte: “I nostri pensieri ossessivi sono condizionamenti che opprimono più delle sbarre”.

Quest’anno, il tema del viaggio a partire da “Il Piccolo Principe” si preannuncia particolarmente interessante, un viaggio metaforico che promette di condurre all’esplorazione non di pianeti lontani, ma dei mondi interiori di ciascuno. Un percorso per apprendere, come insegna la volpe al principe, che l’essenziale è invisibile agli occhi e che si creano legami autentici solo addomesticandosi a vicenda, ovvero costruendo pazientemente una relazione. Un nuovo capitolo di quella che è stata definita, in un video disponibile sul canale YouTube di Fondazione, una “cura improbabile”, che ancora una volta promette di generare frutti di grande valore umano.

Guarda il video “La cura improbabile” sul progetto carcere di Opera

Fotografie di Roberto Morelli

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Sacra Famiglia: una nuova vita per gli ospiti di due comunità di Settimo Milanese

Un progetto di ripartenza gradito alle famiglie e necessario per gli ospiti. E’ questo il futuro delle due Comunità di Settimo Milanese di Sacra Famiglia, che verranno coinvolte in una riorganizzazione da realizzarsi in autunno. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita e l’assistenza degli ospiti, trasferendo le persone coinvolte in una residenza di Cesano Boscone, per offrire loro un modello di assistenza più completo e adatto alle loro nuove esigenze. Gli attuali abitanti di Settimo hanno tra i 30 e i 50 anni e soffrono di autismo e di gravi disturbi del comportamento, perciò necessitano di un costante e integrato supporto. Con il passare del tempo i loro bisogni sono cambiati, richiedendo interventi sanitari, educativi e sociali sempre più specifici. La struttura CSS, pur valida, è solo in parte idonea a rispondere a necessità così complesse.   

Una nuova struttura per la continuità assistenziale

La nuova destinazione sarà quindi una Residenza Sanitaria per Disabili (RSD) della sede centrale di Fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone. La struttura è stata rinnovata e ristrutturata per garantire il massimo benessere agli ospiti ed è dotata di ampi spazi e di un giardino. 

In questo progetto l’aspetto fondamentale è la continuità assistenziale, infatti gli ospiti verranno accompagnati nella nuova sede dagli stessi operatori che li seguivano a Settimo Milanese. Ciò permetterà loro di continuare a ricevere le cure come erano abituati prima. Allo stesso tempo verranno mantenuti tutti i posti di lavoro, anzi il numero degli operatori aumenterà passando da 8 a 11, per lo stesso numero di persone assistite. Nell’RSD saranno inoltre costantemente presenti il medico, lo psichiatra e lo psicologo, mentre tutti i servizi specialistici di Fondazione saranno a portata di mano. 

Un progetto condiviso con le famiglie

Le famiglie degli ospiti delle comunità di Settimo Milanese sono state coinvolte e informate per tempo del progetto. Si sono trovate tutte d’accordo con la proposta (tranne una che sta ancora valutando), hanno partecipato a riunioni informative e hanno riconosciuto i benefici di questa soluzione per i loro cari.

Le RSD di Fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone sono riconosciute per l’eccellente qualità dei servizi che offrono, poiché rispondono ai bisogni delle persone con disabilità che trovano nella residenzialità la collocazione più appropriata e rispondente alle proprie aspettative e a quelle dei loro cari. Ne è prova la lista d’attesa di 60 famiglie che desiderano accedere a questi servizi.

Per saperne di più sulle Residenze Sanitarie per Disabili di Fondazione Sacra Famiglia clicca qui

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La sede di Regoledo festeggia 6o anni di impegno, servizi e legame con il territorio

Sacra Famiglia di Regoledo ha celebrato i suoi 60 anni di attività al fianco di anziani, disabili e persone fragili con una giornata di festa aperta alla comunità

Il 13 giugno scorso, un’atmosfera speciale ha avvolto la Sacra Famiglia di Regoledo, con una giornata di festa aperta alla comunità che ha celebrato sessant’anni di impegno, servizi e un profondo legame con il territorio. È stata una vera e propria festa per tutti, arricchita dalla gioia di condividere una storia di risposte concrete ai bisogni di anziani, persone con disabilità e fragili. Sul prato antistante la sede, una grande scritta “REGOLEDO 60”, realizzata con lettere alte due metri dalle altre sedi di Sacra Famiglia, ha accolto i visitatori, simbolo tangibile di collaborazione e lavoro comune. La giornata si è chiusa in bellezza con una serata musicale e street food, a cura del Gruppo Alpini di Perledo, a testimonianza della vicinanza della comunità.

Sacra Famiglia di Regoledo: sei decenni al fianco del territorio

Era il 1965 quando la sede di Regoledo di Fondazione Sacra Famiglia iniziava la sua avventura, diventando negli anni un punto di riferimento essenziale per il lecchese e il distretto di Bellano. Questo importante anniversario testimonia le radici profonde della struttura e il suo costante impegno nel dare risposte ai bisogni di salute e assistenza. In un territorio come quello del Lario, con la sua frammentazione geografica, Sacra Famiglia di Regoledo si è rivelata un vero e proprio presidio sociale, capace di tessere legami e promuovere la reciprocità. Con 115 posti residenziali e una vasta gamma di servizi, la struttura è un punto di riferimento per l’intero comprensorio. Come ha raccontato Silvia Buttaboni, direttrice di Regoledo, “questa è una realtà viva, che ha saputo resistere per sessant’anni perché le persone vi si riconoscono e la considerano un pezzo di storia della comunità.”

Un impegno quotidiano per il benessere e il lavoro

L’impegno di Sacra Famiglia a Regoledo si manifesta attraverso un lavoro quotidiano e concreto. Pensiamo alla consegna pasti a domicilio nei comuni di Varenna e Perledo, con ben 3.500 pasti l’anno che aiutano tanti anziani a rimanere nelle proprie case. O ancora, le prestazioni in regime di RSA Aperta, che dal 2023 sono addirittura triplicate. Le Cure Domiciliari raggiungono un’ampia area, da Abbadia Lariana alla Valsassina e all’Alta Val Varrone, con 9.000 prestazioni, senza dimenticare gli ambulatori di fisioterapia e fisiatra a Premana e Introbio, che offrono oltre 5.000 trattamenti l’anno, allargando le opportunità di cura per la gente delle valli. Questi numeri non sono solo cifre, ma raccontano una storia fatta di professionalità e umanità, un legame profondo con la comunità di cui Sacra Famiglia è anche un importante luogo di lavoro.

Un futuro più verde e sostenibile

Immersa in un contesto naturale unico, circondata da un bosco secolare a picco sul lago, la sede di Sacra Famiglia si impegna attivamente per valorizzare e preservare questo ambiente: in occasione dell’anniversario è stato infatti lanciato un innovativo servizio di car pooling aziendale per i dipendenti, un bel gesto verso una mobilità più sostenibile e un modo per ridurre l’impatto ambientale, incentivando al tempo stesso la collaborazione tra colleghi. È un segnale forte del loro impegno per un futuro più verde e attento al nostro ambiente.

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Il futuro delle cure domiciliari: un contributo di Sacra Famiglia

Ne ha parlato Stefania Pozzati, Direttore Sociale Fondazione Sacra Famiglia su LombardiaSociale.it con un contributo sul percorso di riforma che riguarda le cure domiciliari

La riforma della sanità territoriale è a un bivio. Dopo un biennio di grande impegno e adattamento da parte dei Gestori di servizi e delle istituzioni (Regione, ATS, ASST), emerge oggi il bisogno di superare la logica delle singole prestazioni per arrivare a una vera e propria presa in carico integrata del paziente e della sua famiglia a domicilio. Lo sottolinea Stefania Pozzati, direttore sociale di Fondazione Sacra Famiglia, in un recente intervento su Lombardiasociale.it

Secondo Pozzati, il problema risiede nella fragilità spesso complessa, sia sanitaria che sociale, delle persone assistite a casa: le sole cure domiciliari, per quanto fondamentali, non bastano a garantire sicurezza e un’adeguata permanenza dell’anziano nel suo ambiente. È essenziale quindi costruire una rete che non si limiti a segnalazioni, ma crei percorsi di integrazione reali: il sistema sanitario e sociale deve “aprire la porta” delle case in modo efficace, sostenendo le famiglie, altrimenti non si andrà molto lontano dalle mere intenzioni.

A preoccupare, infine, è l’incertezza sulla continuità dei percorsi di cura una volta terminati i fondi del PNRR. Le risorse oggi disponibili hanno permesso di investire, e il numero di persone assistite è cresciuto. Tuttavia, senza la certezza di una continuità, c’è il rischio di vanificare gli sforzi e di lasciare le famiglie senza un supporto essenziale. È quindi urgente, conclude Stefania Pozzati, che la politica definisca orientamenti chiari per la sostenibilità futura, assicurando risorse e strumenti per garantire la continuità dell’assistenza domiciliare.

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“Lo studente competente”, un nuovo servizio per imparare a studiare

“Lo studente competente” è un nuovo servizio qualificato che insegna il giusto metodo di studio ai ragazzi: è l’ultima iniziativa di Sacra Famiglia, rivolta ai bambini e ai giovani che, nonostante l’impegno, non raggiungono la sufficienza o, comunque, affrontano difficoltà sproporzionate.

Se, infatti, pur studiando, i risultati non arrivano è importante chiedersi se non sia un problema di metodo. Se questo è il tuo dubbio, non aspettare, parlane subito con noi: l’estate è il momento ideale per arrivare a settembre e iniziare l’anno col piede giusto!

Chiama la dottoressa Ristuccia per un primo incontro conoscitivo al numero 02 45677-773 o scrivi a: riabilitazione@sacrafamiglia.org

Scopri di più nel video!

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L’attività fisica adattata funziona: pubblicato uno studio di Sacra Famiglia

Risultati significativi in oltre 200 persone con disabilità grazie al metodo APA, applicato da anni nelle nostre sedi. Lo certifica una ricerca pubblicata su una rivista scientifica internazionale

Oltre 200 persone con disabilità intellettiva, relazionale e psichiatrica, seguite per un anno con un programma personalizzato di attività fisica adattata (APA), hanno mostrato miglioramenti oggettivi nella mobilità e nella qualità della vita. Nessun peggioramento registrato, e miglioramenti anche tra i soggetti con disabilità grave. Sono i dati più significativi emersi da uno studio condotto in Fondazione Sacra Famiglia e da poco pubblicato sulla rivista internazionale Sport Science for Health.

Lo studio, intitolato “Exploring adapted physical activity (APA) for individuals with intellectual and relational disability: findings from an exploratory Italian study”, certifica l’efficacia di un approccio terapeutico che Sacra Famiglia utilizza da anni nei suoi servizi residenziali e diurni: una metodologia di attività fisica adattata costruita su misura per ciascuna persona, grazie a una combinazione flessibile di moduli motori, definiti in base agli obiettivi funzionali individuali.

“Questo riconoscimento scientifico è un traguardo importante per noi, perché dà evidenza oggettiva al lavoro quotidiano che portiamo avanti da tempo. L’attività fisica adattata è un pilastro della nostra proposta di cura, e ora possiamo dire che è anche un intervento validato dalla ricerca”, sottolinea il dottor Gianluca Giardini, Direttore dei Servizi Sanitari di Fondazione Sacra Famiglia, tra gli autori dello studio.

Un approccio scientifico alla disabilità

Il progetto ha coinvolto 199 persone con disabilità intellettiva e relazionale (età media 55,3 anni) e 28 persone con patologie psichiatriche (età media 42 anni), ospiti delle strutture di Cesano Boscone (MI). Tutti hanno partecipato, una volta a settimana per 75 minuti, a sedute condotte da un’équipe multidisciplinare composta da chinesiologi affiancati da educatori professionali.

L’efficacia del programma è stata valutata con test funzionali ripetuti dopo 12 mesi: i risultati mostrano miglioramenti statisticamente significativi nel Chair sit and reach test (nei soggetti con disabilità intellettiva e relazionale) e nel Time up and go test (nei soggetti con patologie psichiatriche). Ma il dato più apprezzabile è che nessun partecipante ha mostrato un peggioramento delle proprie performance motorie.

“Abbiamo voluto misurare concretamente l’impatto delle nostre proposte terapeutiche, perché non basta fare del bene, è fondamentale anche supportare ciò con darti oggettivi. Siamo convinti che questo studio sia un primo passo per sviluppare ulteriormente la ricerca applicata nel campo della disabilità”, afferma ancora Giardini.

Un lavoro corale e un riconoscimento alla professionalità

Lo studio è stato firmato da un team multidisciplinare: oltre al dottor Giardini, per Fondazione gli altri autori sono Iride Ghezzi (coordinatrice del progetto e referente del gruppo “Salute in movimento”), i chinesiologi Stefano Daverio, Daniele Turchi e Mattia Marchesi. Con loro, anche due importanti nomi del mondo accademico come il professor Gianfranco Di Gennaro dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, che ha curato l’analisi statistica, e il professor Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene generale e applicata e Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva presso l’università degli studi di Milano, che ha fornito supporto scientifico.

“Voglio ringraziare tutti i colleghi coinvolti, in particolare la dottoressa Ghezzi che guida da anni questo percorso con passione e competenza. Senza il suo lavoro, questo traguardo non sarebbe stato possibile. Questo articolo – conclude Giardini – non rappresenta la fine di un percorso, ma l’inizio di un impegno ancora più forte verso la qualità e la personalizzazione della cura.”

Sacra Famiglia: quando l’innovazione è al servizio delle persone fragili

La pubblicazione su una rivista scientifica internazionale segna un passaggio importante per Sacra Famiglia, che conferma così il proprio ruolo non solo come ente erogatore di servizi sociosanitari, ma anche come soggetto attivo nella ricerca applicata e nell’innovazione terapeutica. Il prossimo obiettivo? Raddoppiare la frequenza dell’attività fisica adattata, per offrire ai beneficiari almeno 150 minuti settimanali di movimento guidato.

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Il Mirtilleto di Don Mirtillo, la grande inaugurazione

È stato ufficialmente inaugurato il Mirtilleto di Don Mirtillo, il progetto agricolo inclusivo di Fondazione Sacra Famiglia realizzato nella sede di Cesano Boscone. La cerimonia si è tenuta domenica 11 maggio 2025; alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti il presidente monsignor Bruno Marinoni, il dottor Gianantonio Bissaro, Segretario della Fondazione Invernizzi, Massimo Grugni, fondatore dell’azienda Agricola La Clementina e Monica Conti, direttrice dei Servizi Innovativi per l’autismo di Sacra Famiglia.

«Sacra Famiglia è un luogo in cui vivono persone in modo stabile, anche per molti anni, quindi il rischio di monotonia può essere reale», ha detto monsignor Bruno Marinoni. «La piccola iniziativa diventa subito un motivo di festa e di gioia. Oltretutto, nella tradizione di Sacra Famiglia ci sono i Laboratori ideati su misura per gli ospiti. Dall’unione di queste due considerazioni è nata l’idea del Mirtilleto».

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Un progetto reso possibile grazie al supporto di due partner, la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e l’azienda Agricola La Clementina. Il dottor Gianantonio Bissaro ha spiegato che la Fondazione si occupa di «ricerca scientifica nel campo dell’economia, medicina, alimentazione e scienze agroalimentari». È intervenuto anche Massimo Grugni, che sul Mirtilleto ha detto: «Siamo partiti da un campo incolto e, grazie all’esperienza ventennale a La Clementina, siamo riusciti a realizzare il Mirtilletto. Un lavoro che ha richiesto un grande sforzo, ma che ha portato a un ottimo risultato». Monica Conti ha poi concluso: «Gli obiettivi del progetto sono diversi: la sostenibilità nel tempo, la creazione di momenti d’incontro, di condivisione ed eventi. Inoltre vorremmo creare delle reali opportunità per i nostri ragazzi, per crescere e per imparare un mestiere”.

In sala era presente, attentissimo, il nostro Mirtillo Team, composto da ospiti della comunità La Villetta, del centro diurno psichiatrico Il Camaleonte e del centro diurno Santa Chiara, il primo gruppo di residenti che si metteranno in gioco nel Mirtilleto. I presenti si sono spostati verso la serra, dove si è svolta la cerimonia di inaugurazione vera e propria, preceduta da una benedizione. Poi via libera a una visita guidata tra le piante di mirtilli, dove tutti hanno potuto imparare qualcosa in più sulla coltivazione di questo frutto e sulle sue particolarità. Il pomeriggio si è concluso con un’allegra merenda a base di crostate con confettura di mirtillo e albicocca (ovviamente de La Clementina) e l’immancabile succo di mirtillo.

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Guarda il video del Mirtillo Team

Se vuoi saperne di più sul Mirtilleto clicca qui.

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Papa Francesco e il “magistero della fragilità”, un insegnamento per tutti

La recente scomparsa di Papa Francesco ha colpito profondamente milioni di persone in tutto il mondo, ma sicuramente ha lasciato un grande vuoto per tutti coloro che vivono una condizione di fragilità a causa di problemi di salute, disabilità o età avanzata. Papa Francesco sarà infatti ricordato anche per aver lasciato un segno indelebile in questo settore, inaugurando un “magistero della fragilità” senza precedenti. Questo insegnamento non solo ha ispirato la Chiesa, ma ha anche portato tutta la società a una maggiore consapevolezza contro la “cultura dello scarto”.

Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Disabilità del 2022, Papa Francesco aveva parlato chiaramente dell’importanza di accogliere e valorizzare le persone con disabilità, affermando che la loro presenza è un “dono” che può trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti. “Il magistero della fragilità è un carisma del quale voi – sorelle e fratelli con disabilità – potete arricchire la Chiesa: la vostra presenza può contribuire a trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti (…) La felicità è un pane che non si mangia da soli. Quanto la consapevolezza di aver bisogno l’uno dell’altro ci aiuterebbe ad avere relazioni meno ostili con chi ci sta accanto!”

Papa Francesco aveva anche sottolineato che la disabilità non altera la dignità intrinseca di ogni individuo come figlio dell’unico Padre, che ama tutti: “Qualsiasi condizione di disabilità – temporanea, acquisita o permanente – non modifica in alcun modo la nostra natura di figli dell’unico Padre e non altera la nostra dignità. Il Signore ci ama tutti dello stesso amore tenero, paterno e incondizionato”.

Fondazione Sacra Famiglia, già impegnata nella promozione dell’inclusione e del sostegno alle persone con disabilità, farà tesoro dell’insegnamento e del magistero di Papa Francesco per continuare il proprio cammino alla luce delle sue parole. In questo momento di ricordo e gratitudine, invitiamo tutti coloro che sono stati toccati dalla vita e dall’insegnamento di Papa Francesco alla Messa in suffragio che si terrà giovedì 26 alle ore 10.30 nella nostra Chiesa, per commemorarlo e pregare per lui.

Nella foto, Papa Francesco con il nostro ospite Alfredo in piazza San Pietro, in occasione di un pellegrinaggio a Roma

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La musica oltre il Parkinson: la storia di Giancarlo

Da quanto ha scoperto di avere il Parkinson, Giancarlo Di Prisco, 59 anni, vive nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia. Qui continua a coltivare la sua passione, la musica, anche se ha dovuto imparare un ritmo e un tempo diverso con la tastiera. Della “vita di prima” gli mancano tante cose. Le serate nei club, la sua band “I Bassifondi”, la gente che balla sui tavoli, le feste di matrimonio e, ancora, le corse di notte – dopo l’ennesimo concerto – verso la sua casa al mare, solo per buttare in acqua il gommone e aspettare l’alba pescando.

Nato a Gaggiano (MI), Giancarlo è il secondo di quattro figli maschi. Inizia a suonare il pianoforte a 11 anni, folgorato da una passione che non l’ha più abbandonato. Iscritto all’ITIS, lascia la scuola per diventare musicista nei piano bar della zona; trascinatore nato, presto raduna un gruppo di amici con cui si esibisce nei locali la sera, e di giorno ai banchetti di nozze. Il resto del tempo fa il commesso in un negozio di strumenti musicali e, insomma, vive letteralmente di rock e note. Fino a quando un giorno si accorge di camminare in un modo strano e fa dei controlli. Arriva la diagnosi e Giancarlo racconta: «Mi sono messo a piangere, ma solo perché temevo che mi si fermassero le dita e non potessi più suonare».

Così non è stato, perché nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia Giancarlo si esercita tutti i giorni al piano e a volte si esibisce anche con gli ex “colleghi” di serate Leonardo e Gianni. Per non parlare delle sessioni di rock-punk con il musicoterapista Stefano Betta. Ogni domenica lo viene a prendere il padre 91enne e lo porta a trovare la madre. «Qui sto bene», racconta Giancarlo, gli educatori sono bravissimi, suono e, insomma, sono vivo. Anche se mi mancano gli amici: pensavo di averne cento, non era così».

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