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Papa Francesco e il “magistero della fragilità”, un insegnamento per tutti

La recente scomparsa di Papa Francesco ha colpito profondamente milioni di persone in tutto il mondo, ma sicuramente ha lasciato un grande vuoto per tutti coloro che vivono una condizione di fragilità a causa di problemi di salute, disabilità o età avanzata. Papa Francesco sarà infatti ricordato anche per aver lasciato un segno indelebile in questo settore, inaugurando un “magistero della fragilità” senza precedenti. Questo insegnamento non solo ha ispirato la Chiesa, ma ha anche portato tutta la società a una maggiore consapevolezza contro la “cultura dello scarto”.

Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Disabilità del 2022, Papa Francesco aveva parlato chiaramente dell’importanza di accogliere e valorizzare le persone con disabilità, affermando che la loro presenza è un “dono” che può trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti. “Il magistero della fragilità è un carisma del quale voi – sorelle e fratelli con disabilità – potete arricchire la Chiesa: la vostra presenza può contribuire a trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti (…) La felicità è un pane che non si mangia da soli. Quanto la consapevolezza di aver bisogno l’uno dell’altro ci aiuterebbe ad avere relazioni meno ostili con chi ci sta accanto!”

Papa Francesco aveva anche sottolineato che la disabilità non altera la dignità intrinseca di ogni individuo come figlio dell’unico Padre, che ama tutti: “Qualsiasi condizione di disabilità – temporanea, acquisita o permanente – non modifica in alcun modo la nostra natura di figli dell’unico Padre e non altera la nostra dignità. Il Signore ci ama tutti dello stesso amore tenero, paterno e incondizionato”.

Fondazione Sacra Famiglia, già impegnata nella promozione dell’inclusione e del sostegno alle persone con disabilità, farà tesoro dell’insegnamento e del magistero di Papa Francesco per continuare il proprio cammino alla luce delle sue parole. In questo momento di ricordo e gratitudine, invitiamo tutti coloro che sono stati toccati dalla vita e dall’insegnamento di Papa Francesco alla Messa in suffragio che si terrà giovedì 26 alle ore 10.30 nella nostra Chiesa, per commemorarlo e pregare per lui.

Nella foto, Papa Francesco con il nostro ospite Alfredo in piazza San Pietro, in occasione di un pellegrinaggio a Roma

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La musica oltre il Parkinson: la storia di Giancarlo

Da quanto ha scoperto di avere il Parkinson, Giancarlo Di Prisco, 59 anni, vive nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia. Qui continua a coltivare la sua passione, la musica, anche se ha dovuto imparare un ritmo e un tempo diverso con la tastiera. Della “vita di prima” gli mancano tante cose. Le serate nei club, la sua band “I Bassifondi”, la gente che balla sui tavoli, le feste di matrimonio e, ancora, le corse di notte – dopo l’ennesimo concerto – verso la sua casa al mare, solo per buttare in acqua il gommone e aspettare l’alba pescando.

Nato a Gaggiano (MI), Giancarlo è il secondo di quattro figli maschi. Inizia a suonare il pianoforte a 11 anni, folgorato da una passione che non l’ha più abbandonato. Iscritto all’ITIS, lascia la scuola per diventare musicista nei piano bar della zona; trascinatore nato, presto raduna un gruppo di amici con cui si esibisce nei locali la sera, e di giorno ai banchetti di nozze. Il resto del tempo fa il commesso in un negozio di strumenti musicali e, insomma, vive letteralmente di rock e note. Fino a quando un giorno si accorge di camminare in un modo strano e fa dei controlli. Arriva la diagnosi e Giancarlo racconta: «Mi sono messo a piangere, ma solo perché temevo che mi si fermassero le dita e non potessi più suonare».

Così non è stato, perché nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia Giancarlo si esercita tutti i giorni al piano e a volte si esibisce anche con gli ex “colleghi” di serate Leonardo e Gianni. Per non parlare delle sessioni di rock-punk con il musicoterapista Stefano Betta. Ogni domenica lo viene a prendere il padre 91enne e lo porta a trovare la madre. «Qui sto bene», racconta Giancarlo, gli educatori sono bravissimi, suono e, insomma, sono vivo. Anche se mi mancano gli amici: pensavo di averne cento, non era così».

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Un caffè speciale? Al “bar” Tiratisù di Cocquio Trevisago

La giornata è partita male? Il “bar” Tiratisù, laboratorio di cucina della sede di Cocquio Trevisago di Sacra Famiglia, è il luogo ideale per ripartire con il piede giusto. Si tratta di un progetto gestito da baristi davvero speciali, pronti ad accogliere i clienti e a fargli tornare il sorriso con un caffè o un dolce. Come fa Gabriele quando, come un vero maestro di sala, accompagna gli avventori nella prima saletta che introduce nel bar vero e proprio. Qui ci sono due postazioni che raccolgono gli ordini, i quali vengono trasmessi ai camerieri e al bancone sottoforma di tessere illustrate. Espressi, fette di torta, brioches. Tutto nel bar Tiratisù è disegnato e fatto su misura, adattato alle caratteristiche di chi ci lavora.

L’idea del Tiratisù è nata dopo la pandemia. Per la sede di Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago è stato un punto di ripartenza invece che uno stop. È infatti nato un nuovo approccio alla qualità della vita e alla progettualità individuale. «Abbiamo capito che il nostro lavoro non può limitarsi all’assistenza, ma deve trasformarsi in un’opportunità concreta di crescita e autonomia per gli ospiti», spiega la direttrice di Cocquio, Laura Puddu.

E così si è sviluppato il progetto Tiratisù, un laboratorio di pasticceria e ristorazione “effimero”, cioè attivo una volta alla settimana. Un’idea partita dal desiderio di Marco, uno degli ospiti, che sognava di aprire un servizio di ristorazione. Un progetto che è diventato un vero e proprio percorso professionale. «Abbiamo riformulato l’intuizione e siamo partiti con un laboratorio bar, coinvolgendo subito educatori, coordinatori e operatori, che si sono dimostrati entusiasti e molto collaborativi», racconta Puddu.

E così, da dicembre 2023 ad aprile 2024, il gruppo ha iniziato a proporre le proprie creazioni dolciarie nei comuni limitrofi a Cocquio Trevisago, sfruttando le festività e gli eventi per raccogliere fondi e farsi conoscere. «Non si è trattato solo di offrire biscotti: dietro ogni confezione c’era un lavoro di squadra, fatto di creatività, manualità e voglia di mettersi in gioco», racconta ancora la direttrice.

Il progetto ha coinvolto anche i laboratori di falegnameria e mosaico della sede, che hanno realizzato utensili e insegne con materiali di recupero, oltre a rendere decisamente bello e unico il luogo in cui il laboratorio-bar è allestito, al piano terreno del padiglione Monsignor Pogliani.

Tiratisù è anche un corso formativo per gli ospiti, ai quali viene insegnato a gestire la cassa, preparare il menù e servire ai tavoli. I partecipanti hanno infatti seguito un corso per avvicinarsi il più possibile a diventare baristi veri, ottenendo anche la certificazione HACCP che garantisce la sicurezza igienica degli alimenti e tutela la salute dei consumatori. I baristi e i camerieri firmano anche un registro delle presenze a ogni “inizio e fine turno”, ciò li aiuta a rafforzare la loro autostima. 

Ma perché venire al Tiratisù di Cocquio Trevisago?  Rispondono gli stessi protagonisti: «Perché significa partecipare, vivere un’esperienza, concedersi un momento di pausa e incontro. Serve solo un po’ di pazienza, perché qui il tempo è un valore, non un ostacolo».

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Autismo

Il robot NAO, l’amico dei bambini con autismo

Si chiama robot Nao ed è un umanoide con cui i bimbi con autismo dovrebbero essere facilitati a interagire per svariati motivi, primo tra tutti il fatto che il robot non ha espressioni facciali che di solito mettono in difficoltà le persone autistiche. Il robot Nao verrà introdotto a breve da Sacra Famiglia e messo a disposizione dei piccoli ospiti.  

NAO è alto appena 58 centimetri e fa parte di un progetto realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università Bicocca e Università di Firenze (partner di Fondazione per la personalizzazione di Nao). «Vogliamo verificare se l’utilizzo di un dispositivo come questo robot faciliti l’apprendimento di alcune competenze cognitive e la relazione con l’operatore», spiega una delle responsabili del progetto, la psicologa Cecilia Carenzi.

Cecilia Carenzi
La psicologa Cecilia Carenzi

La dottoressa aggiunge: «Non solo: Nao potrebbe promuovere nei bambini la produzione di atti comunicativi, sia parole sia gesti. Per noi sarebbe un traguardo importante». Interagire con un umanoide è infatti un vantaggio per i giovani con funzionamento autistico e Carenzi spiega il motivo: «La tecnologia è “asettica”, per così dire, mentre i volti umani hanno una serie di espressioni, atteggiamenti e comportamenti che devono essere interpretati, cosa che mette in difficoltà le persone autistiche. La relazione con un apparecchio inespressivo risulta più semplice e immediata». Nao lavorerà con bambini nella fascia di età dai 4 ai 10 anni, seguiti dal Counseling per l’Autismo di Sacra Famiglia.

Il robot NAO è un robot umanoide presentato per la prima volta nel 2006 dall’azienda francese Aldebaran Robotics. È dotato di doppie telecamere HD e riconoscimento vocale. Riesce a riconoscere i volti, a rispondere alle domande, cammina e quando cade si rialza da solo. È possibile programmarlo sulla base di diverse esigenze. Inizialmente nato per fare compagnia è stato poi impiegato nell’educazione e riabilitazione dei bambini con autismo. Viene utilizzato nelle scuole e nelle università di oltre 70 paesi del mondo. Per avere maggiori potete chiamare la Segreteria Servizi Autismo al 337 1532313.

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Non solo tunnel carpale: un nuovo ambulatorio per patologie della mano

Tunnel carpale: quando le mani chiedono aiuto
Le nostre mani sono strumenti indispensabili per ogni attività quotidiana: mangiare, scrivere, lavorare. Tuttavia, patologie come il tunnel carpale possono compromettere seriamente la loro funzionalità, causando dolore, formicolii, perdita di forza e disagio crescente.

Per rispondere con efficacia a questi disturbi, Casa di Cura Ambrosiana ha attivato un nuovo servizio specialistico dedicato alla diagnosi e al trattamento delle patologie della mano. L’ambulatorio è guidato dalla Dottoressa Milena Miceli, esperta in chirurgia della mano e in piccola chirurgia ortopedica, e si avvale della collaborazione della Dottoressa Flavia Tripaldi, neurologa, responsabile degli esami neurofisiologici.

«La mano è una struttura complessa e fondamentale. Disturbi o traumi possono risultare molto invalidanti. È importante rivolgersi a specialisti in grado di individuare e trattare correttamente la patologia», spiega la Dottoressa Miceli.

Tunnel carpale: sintomi e diagnosi
Il tunnel carpale è una sindrome da compressione del nervo mediano all’altezza del polso, ed è la patologia più frequente trattata in ambulatorio, soprattutto nelle donne. I sintomi possono essere subdoli: la mano si addormenta, compare dolore notturno, si avverte una riduzione della sensibilità o della forza.

Per arrivare a una diagnosi precisa, la Dottoressa Flavia Tripaldi esegue esami strumentali come l’elettroneurografia (per studiare la conduzione dei nervi) e l’elettromiografia (per valutare la risposta muscolare). Questi esami sono fondamentali per distinguere il tunnel carpale da altre patologie simili e per definire l’approccio terapeutico più adatto.

«Una diagnosi precoce ci consente di intervenire con tempestività e spesso di evitare l’intervento chirurgico», sottolinea la Dottoressa Tripaldi.

Trattamenti e post-operatorio
Quando necessario, l’intervento chirurgico viene eseguito in day hospital, ha una durata di circa dieci minuti e consente la decompressione del nervo. Tuttavia, il decorso post-operatorio richiede attenzione: è necessario evitare sforzi per almeno un mese, anche se la mano non viene immobilizzata completamente.

Altre patologie trattate includono il dito a scatto, risolvibile con infiltrazioni o chirurgia mininvasiva, e le cisti tendinee, che possono essere rimosse chirurgicamente a seconda della posizione e della profondità. Casa di Cura Ambrosiana pone grande attenzione al decorso post-operatorio: i pazienti vengono seguiti in ogni fase del recupero, con indicazioni chiare su come proteggere la ferita, evitare complicazioni e tornare gradualmente alle normali attività. 

Affidati con fiducia a Casa di Cura Ambrosiana. Se accusi formicolii, dolori alle mani, perdita di forza o sensibilità, non rimandare. Una diagnosi precisa può fare la differenza tra un disturbo temporaneo e una patologia cronica. Casa di Cura Ambrosiana ti accompagna con competenza, attenzione e tecnologie all’avanguardia, offrendoti un percorso personalizzato dalla diagnosi alla completa guarigione.

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Un gruppo di giovani volontariNews

Summer green 2025: il nostro volontariato per i giovani

Sei un ragazzo curioso che vuole conoscere altre realtà e vivere un’esperienza di volontariato per i giovani in Fondazione Sacra Famiglia? Allora il Summer Green 2025 è il posto giusto per te! Dal 9 al 27 giugno gli adolescenti potranno trascorrere del tempo a stretto contatto con anziani e disabili. I nostri educatori li guideranno in differenti attività insieme agli ospiti di Sacra Famiglia.

Spazio anche a laboratori (come quello di cucina e quello creativo), feste a tema, attività sportive e giochi all’aperto, sempre insieme agli ospiti e con caratteristiche adatte a tutti. Un’esperienza unica di crescita personale, unita alla possibilità di scoprire un mondo diverso e di creare nuove relazioni. Sono queste le opportunità che Sacra Famiglia propone a chi parteciperà al summer green, che è giunto alla sua undicesima edizione.

Tre settimane durante le quali i ragazzi verranno divisi in gruppi di 3/5 e svolgeranno attività in diversi reparti, sotto la guida esperta degli educatori. Ci saranno poi momenti di confronto tra i volontari per rielaborare l’esperienza, oltre a giochi insieme. I requisiti per partecipare a questo volontariato per i giovani sono essere nati tra il 2006 e il 2010 e avere una grande motivazione a mettersi in gioco.

Per iscriversi (posti limitati) c’è tempo dal 12 al 26 maggio ed è prevista una quota minima pari a 40 euro a settimana, che comprende i buoni pasto e la maglietta.
Gli orari del summer green sono dalle 9.30 alle 15:30: i ragazzi pranzeranno in mensa e nel pomeriggio saranno impegnati in diverse attività.

Per avere informazioni si può scrivere un’email a segreteria.volontariato@sacrafamiglia.org o chiamare lo 02 45 677 566 o scrivere un messaggio su WhatsApp al 3371189237 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 15).

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Giornata Mondiale della Salute: un ringraziamento pubblico ai nostri medici, infermieri e operatori

Il 7 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Salute, un’occasione per riflettere sull’importanza del diritto alla salute e sul valore del lavoro di chi, ogni giorno, si prende cura delle persone. In questa ricorrenza, vogliamo condividere una testimonianza ricevuta e pubblicata dal Corriere della Sera lo scorso 3 aprile, che rende onore al lavoro silenzioso, ma fondamentale, dei professionisti della salute di Sacra Famiglia.

La lettera è firmata dalla signora Bruna Sinnone, che ha voluto esprimere pubblicamente il proprio apprezzamento per il personale medico e infermieristico di Casa di Cura Ambrosiana, l’ospedale di Fondazione. Sono parole che raccontano un’esperienza vissuta che ha trasmesso alla signora attenzione, umanità e professionalità: qualità che ben rappresentano l’impegno quotidiano di tanti operatori sanitari e sociosanitari di Sacra Famiglia.

In un periodo in cui si parla spesso, e non sempre in termini positivi, del nostro sistema sanitario, è ancora più importante valorizzare esperienze come questa, che riportano al centro l’incontro tra persone, l’accoglienza, la qualità dell’ascolto e l’umanità. Pubblichiamo il testo integrale della lettera, perché crediamo che la gratitudine sia contagiosa e che queste parole possano essere un incoraggiamento per tutti, soprattutto per chi dovesse vivere un momento di fatica.


“Per un problema di sospetta allergia ai farmaci mi è stato fissato un appuntamento dal numero verde di Regione Lombardia alla Casa di Cura Ambrosiana annessa alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, struttura a me sconosciuta.
Dopo un’attesa di mesi, trattandosi di accertamento non urgente, mi sono recata all’appuntamento e lì mi sono sentita subito accolta. Non capita spesso di sentire un medico scusarsi per un ritardo di 2 minuti (dico due) sull’orario stabilito!
Dopo un’attenta e accurata anamnesi mi è stata prospettata una serie di accertamenti in regime di day hospital. Ho trascorso tre lunghe mattinate presso la Clinica e ho potuto accertare la competenza e la cordiale attenzione dei medici e del personale infermieristico, che hanno fatto di tutto per mettermi a mio agio.
L’attenzione e la sollecitudine delle cure prestate mi spingono, in un periodo di frequenti lamentele e proteste nei confronti del nostro sistema sanitario, a rivolgere un sentito ringraziamento alla Casa di Cura Ambrosiana”.


A nome di tutta Fondazione, ci uniamo al ringraziamento della signora Sinnone nel riconoscimento del lavoro quotidiano dei nostri professionisti: medici, infermieri, operatori sociosanitari e personale tutto. Grazie. Perché la salute non è solo assenza di malattia: è anche sentirsi accolti, ascoltati, accompagnati. Ed è così che ogni giorno, nei nostri ambulatori, reparti, residenze e servizi, cerchiamo di prenderci cura delle persone.

 

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Autismo

2 aprile: allarme masking, rischio invisibile per le persone autistiche

Mascherare i tratti autistici per conformarsi alle aspettative della società. Fondazione Sacra Famiglia, organizzazione leader nel settore, accende i riflettori su un fenomeno poco conosciuto ma diffuso e rischioso: il masking

Nascondere i propri tratti caratteristici per conformarsi alle aspettative della società: è il masking, o “mascheramento”, un comportamento di adattamento sociale messo in atto dalle persone neurodivergenti, come quelle nello spettro autistico o con ADHD. Questa strategia può svilupparsi attraverso alcune tecniche, come imitare espressioni facciali, forzare il contatto visivo, sopprimere gesti spontanei (stimming) e interessi considerati inusuali. Se da un lato il “mascheramento” sembra facilitare l’integrazione sociale, dall’altro può avere un costo elevato in termini di stress, ansia e affaticamento mentale, specialmente quando viene mantenuto nel lungo periodo.

“Riconoscere e comprendere il masking è fondamentale per promuovere un ambiente più inclusivo, in cui le persone con autismo si sentano accettate senza dover nascondere la propria autenticità”, afferma Monica Conti, Direttrice dei Servizi Innovativi per l’Autismo di Fondazione Sacra Famiglia. “La presa in carico di giovani e adulti neurodivergenti senza disabilità cognitiva ha richiesto da parte di Sacra Famiglia una rielaborazione del percorso psicoeducativo. L’attenzione si è spostata verso obiettivi di consapevolezza e costruzione dell’identità, oltre al trattamento delle condizioni di sofferenza psichica che possono emergere a causa delle grandi fatiche di adattamento sociale”.

Per rispondere a questa necessità, Fondazione Sacra Famiglia ha attivato diversi percorsi di sostegno, tra cui: programmi di inclusione e socializzazione; gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico individuale e di gruppo; interventi ambulatoriali; percorsi di orientamento al lavoro. “L’intervento precoce è fondamentale, non solo dal punto di vista abilitativo, ma anche per equipaggiare la persona con strategie che riducano l’impatto della neurodivergenza sulla costruzione dell’identità personale”, conclude Conti. “Solo accogliendo e comprendendo le persone autistiche si può evitare che ricorrano a strategie come il masking, che abbassano l’autostima e mortificano la realizzazione umana e sociale di chi è costretto a praticarle”.

Autismo: scopri tutti i servizi di Sacra Famiglia

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anziani

Le RSA come spazi aperti: giovani e anziani insieme per nuove relazioni

Questo è il riassunto di un articolo che compare nel numero di aprile del nostro periodico “Sacra Famiglia”. Leggi in fondo come riceverlo a casa gratuitamente

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) non sono più solo luoghi di cura per anziani, ma spazi vivi e aperti alla comunità. A Lecco e provincia, il progetto “RSA, dove le generazioni si incontrano”, sostenuto da Fondazione Comunitaria del Lecchese e Fondazione Fratelli Frassoni, sta trasformando queste strutture in ambienti di incontro tra giovani e anziani, promuovendo nuove abitudini di condivisione e solidarietà.

Grazie alla partecipazione di scuole e studenti, le RSA coinvolte – tra cui la Borsieri-Colombo di Lecco e la RSA di Regoledo di Perledo, entrambe di Fondazione Sacra Famiglia – apriranno le porte a ragazzi e ragazze che porteranno energia e nuove prospettive. Attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) e altre attività, gli anziani ospiti potranno vivere momenti di confronto e socialità con le nuove generazioni.

Oltre agli incontri diretti, il progetto prevede una ricerca sociale per ascoltare i giovani (14-18 anni) e i cosiddetti “giovani-anziani” (65-74 anni). L’obiettivo? Capire come rendere le RSA luoghi dove il dialogo tra generazioni diventa la norma, non l’eccezione.

Un nuovo modello di RSA: più aperte, più vive
Il progetto punta a creare una consuetudine che duri nel tempo: le RSA non saranno più spazi chiusi, ma punti di riferimento per l’intera comunità. Il coinvolgimento costante delle nuove generazioni non solo migliorerà la qualità della vita degli anziani, ma costruirà anche ponti tra passato e futuro, favorendo una cultura di cura e inclusione.

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Spazio NeutroNews

Sacra Famiglia presenta Spazio neutro, un ambiente protetto per bambini e genitori

Fondazione Sacra Famiglia e la Comunità Villa Giuditta di Varese presentano Spazio Neutro, un ambiente protetto, ideato per facilitare gli incontri tra minori e genitori in contesti familiari caratterizzati da conflitti e fragilità. Obiettivo principale è salvaguardare il diritto dei bambini a mantenere legami con entrambe le figure genitoriali e con gli altri parenti, promuovendo incontri autentici e costruttivi.

Durante gli incontri, un educatore formato accompagna e media la relazione tra il minore e i suoi familiari, favorendo un dialogo che tenga conto delle risorse, delle difficoltà e delle necessità di ciascuna parte. L’approccio è sistemico e integrato, volto a potenziare la sensibilità e la responsabilità genitoriale, promuovendo così una relazione più equilibrata e serena.

Spazio Neutro si propone di:

  • Garantire il diritto del minore a mantenere relazioni significative con i propri genitori e parenti.

  • Offrire un ambiente sicuro e protetto dove esprimere vissuti ed emozioni.

  • Osservare le dinamiche familiari per comprendere meglio le competenze genitoriali.

  • Sostenere e mediare la relazione genitore-figlio, rinforzando la capacità genitoriale di rispondere ai bisogni emotivi del minore.

Il servizio si rivolge a famiglie che vivono situazioni di conflittualità o difficoltà tali da impedire la costruzione di relazioni stabili e serene con i figli. Tra i destinatari più frequenti troviamo famiglie in fase di separazione conflittuale, adozioni a rischio, affidi etero-familiari e minori accolti in comunità educative su decreto dell’Autorità Giudiziaria.

Per promuovere e approfondire questo servizio, Fondazione Sacra Famiglia e la Comunità Villa Giuditta di Varese presentano l’evento “Spazio Neutro: Working Progress, Riflessioni, Dialoghi e Scambi intorno al tema”, in programma il 14 aprile 2025 dalle 9.00 alle 13.00 presso la Sala Consigliare del Comune di Gazzada Schianno (VA).

L’evento offrirà momenti di confronto e scambio per sensibilizzare la comunità e i professionisti del settore sull’importanza di garantire ai minori spazi protetti, dove poter riscoprire i legami affettivi e costruire relazioni più solide e serene. 

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