In un bel condominio a Buccinasco, ospiti e operatori vivono insieme sperimentando un ampio livello di autonomia. E condividendo la vita, fatta di gioie, dolori ed emozioni

Nella Comunità per adulti con lieve disabilità di Buccinasco (la sigla è CSS), attiva dal 2004, oggi vivono Elena, Anna, Eugenia, Gabriella, Loredana, Daniele, Roberto e Savino.

«È a tutti gli effetti una casa, dove queste persone abitano con quattro operatrici e imparano a vivere da coinquilini», spiega la responsabile Sarah Franceschi. «È un tipo di residenza protetta che risponde al desiderio di Sacra Famiglia di offrire ad alcune tipologie di ospiti, dalle au­tonomie più spiccate, la possibilità di vivere un rapporto più diretto con il territorio. Ac­compagniamo gli ospiti verso l’autonomia in azioni quotidiane come fare una passeggia­ta, andare al centro commerciale, al bar, in chiesa, in farmacia o dal medico».

Il tutto nel pomeriggio, perché dopo la sveglia (presto) e la colazione, gli ospiti partono alla volta dei Centri Diurni di Cesano Boscone, dove sono impegnati in varie attività.

Non tutto insieme, e non tutti allo stesso modo, ma oggi gli abitanti di «Buccinasco» hanno trovato il modo di affrontare percorsi che prima sembravano impervi. È il caso di Elena, ma non solo. «Per ciascun ospi­te è stato stilato un progetto su misura di orientamento al territorio», chiarisce il coordinatore Emilio Garino, «grazie a un’analisi del circon­dario e della situazione di partenza dell’ospite. Perché c’è anche chi non aveva mai messo piede da solo fuori di casa…».

Personalizzazione al primo posto, dunque, come del resto in tutte le strutture di Fonda­zione. E non potrebbe essere altrimenti, perché gli otto coin­quilini non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altra. Se Elena, sorridente e socievole, si muove con destrezza tra le faccende, Savino, sordomuto e autistico, comunica con un linguaggio gestuale tutto suo; Roberto ha la mania dell’ordi­ne, Daniele a volte è un po’ bur­bero; poi ci sono la sognatrice Gabriella, la vulcanica Eugenia e Anna che è un po’ ombrosa, soprattutto quando Daniele sembra preferirle Loredana, la ragazzina del gruppo. Già, Daniele e Loredana, o anche Loredana e Roberto; o Daniele e Anna, e a volte Daniele e Eu­genia. Perché una delle sfide di questo tipo di comunità è il fatto che sia “mista”.

 

autonomie css

Lo sanno bene l’educatrice An­gela Penna e le ASA Marianna Coppola, Fiorella Urda e Iris Perez che abitano, letteral­mente, con gli otto ospiti. «A volte sembra di stare in una serie TV», sorride Angela. «È una sfida nella sfida», sintetizza Sarah Franceschi, «che abbiamo affrontato in modo professio­nale con una formazione ad hoc sull’af­fettività. È importante che il rapporto con gli ospiti sia “pulito”, cioè orientato agli obiettivi del percorso e non influen­zato dalle nostre convinzioni personali.

È ora di cena, tutti si alzano e si mettono al lavoro: chi apparecchia, chi affetta le verdure, chi dà una mano a cucina­re… Angela, Marianna, Fiorella e Iris si mescolano agli ospiti, ci sono risate, ri­chieste d’aiuto, lamenti perché «quello lì non fa mai niente», finché a un certo punto Anna sbotta: «Eh, gli uomini!». A che episodio siamo della serie?