Scatto realizzato durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa “Giornate della Vista”.Autismo

Sacra Famiglia e Luxottica insieme per i problemi di vista dei più fragili

Grazie all’iniziativa, 100 nostri ospiti possono sottoporsi a una visita oculistica gratuita fino al 31 ottobre. E, a chi ne ha bisogno, vengono donati un paio di nuovi occhiali da vista

Francesco, 15 anni, non ha avuto nessun dubbio quando l’ottico gli ha mostrato i vari occhiali tra i quali poteva sceglierne uno da portare gratuitamente a casa. «Mi piacciono quelli», ha esclamato con un sorriso il ragazzo, allungando le mani verso un paio di occhialetti rossi e neri dalla forma tondeggiante. È stato amore a prima vista e Francesco è tornato a casa tutto contento, con la consapevolezza che finalmente avrebbe visto bene. È il 3 ottobre 2025 e siamo all’Istituto San Vincenzo di Milano, dove i bambini e i ragazzi seguiti dal nostro counseling per l’Autismo si stanno sottoponendo a una visita oculistica, grazie all’iniziativa “Giornate della Vista” di Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia

Fondazione Sacra Famiglia è un partner centrale di questo progetto, nato per offrire alle persone fragili una soluzione ai problemi di vista. Oltre a Francesco, al San Vincenzo incontriamo altri ragazzi e bambini, tutti tra i 7 e i 15 anni: Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole, Francesco e Safwen. Tra loro c’è chi è qui per un semplice controllo, altri sanno già che avranno bisogno di occhiali nuovi.

«Sono un bambino che è venuto dall’oculista e ci vedo vede», ci spiega raggiante Safwen, 10 anni, subito dopo la visita. Poi indossa i nuovi occhiali da sole che ha appena ricevuto in dono e si allontana insieme al papà. Sì, perché, dopo il controllo, Luxottica regala un paio di occhiali da vista a chi ne ha bisogno e i bimbi ricevono anche quelli protettivi per il sole. Un passo avanti molto importante, soprattutto per chi è più fragile, per avere uno sguardo più nitido sul mondo e sentirsi integrati con esso.   

In totale sono 100 i nostri ospiti che beneficiano di “Giornate della Vista”. Fino alla fine di ottobre, hanno la possibilità di sottoporsi gratuitamente a visite oculistiche, seguiti dai volontari e da oculisti e ortottisti

L’Unità Oculistica di Sacra Famiglia-Casa di Cura Ambrosiana è un polo d’avanguardia dove vengono trattate tutte le principali patologie oculari e rappresenta un’eccellenza in Italia. Per questo motivo, il nostro supporto all’iniziativa è fondamentale e molto prezioso. Ogni anno eroghiamo 12.750 prestazioni ambulatoriali e realizziamo 1.162 interventi di cataratta, un servizio che dal 2008 è stato esteso anche a chi ha gravi disabilità. Quest’anno abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra grande esperienza per la buona riuscita di “Giornate della Vista”. Tra i membri dello staff medico che coordina i controlli oculistici, c’è infatti il Dott. Mario Ercole Alessandro Giò, Responsabile dell’unità operativa di oculistica di Casa di Cura Ambrosiana.

«Per noi di Fondazione Sacra Famiglia, la vista è uno strumento primario di comunicazione, quindi di relazione. Questo vale soprattutto per chi non ha altro modo per relazionarsi, come i malati di Sla e chi ha altre disabilità acquisite», ha spiegato Monsignor Bruno Marinoni, Presidente di Sacra Famiglia, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, che si è tenuta giovedì 9 ottobre (in occasione della Giornata Mondiale della Vista) presso l’Opera Diocesana Istituto San Vincenzo a Milano. Monsignor Bruno Marinoni ha poi aggiunto: «Nelle nostre sedi incontro spesso persone che parlano solo con gli occhi. Se gli occhi non funzionano, sono totalmente escluse dal mondo. Questo tema della relazione attraverso la vista è per noi un elemento assolutamente fondamentale».

 “Giornate della Vista” è nata nel 2015 e quest’anno sono previste oltre 60 visite al giorno per tutto il mese di ottobre. Solo nel capoluogo lombardo, l’anno scorso sono state visitate oltre 1.270 persone. A 750 è stato regalato un paio di occhiali da vista e altre 330 sono state indirizzate a ulteriori approfondimenti. Inoltre, a centinaia di bambini sono stati regalati occhiali da sole.

Sono numeri importanti, ma si può fare ancora di più. Lo ha dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia: «Abbiamo già raggiunto un risultato importante: oltre un miliardo di visite effettuate nel mondo. Ma non ci vogliamo fermare qui, perché ci sono altri 2 miliardi e mezzo di persone che soffrono di difetti visivi. Noi vogliamo eradicare quella che chiamiamo la poor vision entro il 2050».  

L’iniziativa si sviluppa con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025, della Camera dei Deputati, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Comune di Milano.

Anche Sacra Famiglia vuole proseguire il cammino, perché vedere la felicità negli occhi di Francesco, Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole e Safwen vale più di ogni altra cosa. È quello che spinge i nostri specialisti ad aderire a eventi come questo. Guardare lontano aiuta anche a combattere l’isolamento. 

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Autismo

Il robot NAO, l’amico dei bambini con autismo

Si chiama robot Nao ed è un umanoide con cui i bimbi con autismo dovrebbero essere facilitati a interagire per svariati motivi, primo tra tutti il fatto che il robot non ha espressioni facciali che di solito mettono in difficoltà le persone autistiche. Il robot Nao verrà introdotto a breve da Sacra Famiglia e messo a disposizione dei piccoli ospiti.  

NAO è alto appena 58 centimetri e fa parte di un progetto realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università Bicocca e Università di Firenze (partner di Fondazione per la personalizzazione di Nao). «Vogliamo verificare se l’utilizzo di un dispositivo come questo robot faciliti l’apprendimento di alcune competenze cognitive e la relazione con l’operatore», spiega una delle responsabili del progetto, la psicologa Cecilia Carenzi.

Cecilia Carenzi
La psicologa Cecilia Carenzi

La dottoressa aggiunge: «Non solo: Nao potrebbe promuovere nei bambini la produzione di atti comunicativi, sia parole sia gesti. Per noi sarebbe un traguardo importante». Interagire con un umanoide è infatti un vantaggio per i giovani con funzionamento autistico e Carenzi spiega il motivo: «La tecnologia è “asettica”, per così dire, mentre i volti umani hanno una serie di espressioni, atteggiamenti e comportamenti che devono essere interpretati, cosa che mette in difficoltà le persone autistiche. La relazione con un apparecchio inespressivo risulta più semplice e immediata». Nao lavorerà con bambini nella fascia di età dai 4 ai 10 anni, seguiti dal Counseling per l’Autismo di Sacra Famiglia.

Il robot NAO è un robot umanoide presentato per la prima volta nel 2006 dall’azienda francese Aldebaran Robotics. È dotato di doppie telecamere HD e riconoscimento vocale. Riesce a riconoscere i volti, a rispondere alle domande, cammina e quando cade si rialza da solo. È possibile programmarlo sulla base di diverse esigenze. Inizialmente nato per fare compagnia è stato poi impiegato nell’educazione e riabilitazione dei bambini con autismo. Viene utilizzato nelle scuole e nelle università di oltre 70 paesi del mondo. Per avere maggiori potete chiamare la Segreteria Servizi Autismo al 337 1532313.

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Autismo

2 aprile: allarme masking, rischio invisibile per le persone autistiche

Mascherare i tratti autistici per conformarsi alle aspettative della società. Fondazione Sacra Famiglia, organizzazione leader nel settore, accende i riflettori su un fenomeno poco conosciuto ma diffuso e rischioso: il masking

Nascondere i propri tratti caratteristici per conformarsi alle aspettative della società: è il masking, o “mascheramento”, un comportamento di adattamento sociale messo in atto dalle persone neurodivergenti, come quelle nello spettro autistico o con ADHD. Questa strategia può svilupparsi attraverso alcune tecniche, come imitare espressioni facciali, forzare il contatto visivo, sopprimere gesti spontanei (stimming) e interessi considerati inusuali. Se da un lato il “mascheramento” sembra facilitare l’integrazione sociale, dall’altro può avere un costo elevato in termini di stress, ansia e affaticamento mentale, specialmente quando viene mantenuto nel lungo periodo.

“Riconoscere e comprendere il masking è fondamentale per promuovere un ambiente più inclusivo, in cui le persone con autismo si sentano accettate senza dover nascondere la propria autenticità”, afferma Monica Conti, Direttrice dei Servizi Innovativi per l’Autismo di Fondazione Sacra Famiglia. “La presa in carico di giovani e adulti neurodivergenti senza disabilità cognitiva ha richiesto da parte di Sacra Famiglia una rielaborazione del percorso psicoeducativo. L’attenzione si è spostata verso obiettivi di consapevolezza e costruzione dell’identità, oltre al trattamento delle condizioni di sofferenza psichica che possono emergere a causa delle grandi fatiche di adattamento sociale”.

Per rispondere a questa necessità, Fondazione Sacra Famiglia ha attivato diversi percorsi di sostegno, tra cui: programmi di inclusione e socializzazione; gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico individuale e di gruppo; interventi ambulatoriali; percorsi di orientamento al lavoro. “L’intervento precoce è fondamentale, non solo dal punto di vista abilitativo, ma anche per equipaggiare la persona con strategie che riducano l’impatto della neurodivergenza sulla costruzione dell’identità personale”, conclude Conti. “Solo accogliendo e comprendendo le persone autistiche si può evitare che ricorrano a strategie come il masking, che abbassano l’autostima e mortificano la realizzazione umana e sociale di chi è costretto a praticarle”.

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Autismo

Sacra Famiglia modello internazionale per l’autismo: delegazione iraniana in visita

Alla vigilia della Giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo, Sacra Famiglia si conferma punto di riferimento internazionale: è infatti arrivata in visita a Cesano Boscone una delegazione dell’Iran Autism Association (IAA), la principale organizzazione iraniana dedicata al sostegno delle persone con autismo.

La visita ha visto protagonisti la CEO Saeideh Saleh Ghaffari e il vice Mahmoud Karimi, reduci da un incontro alle Nazioni Unite a Ginevra. Colpiti dall’organizzazione e dalla dimensione della nostra struttura, immersa nel verde e ricca di una storia che si estende per tre secoli, i due rappresentanti hanno osservato da vicino i servizi offerti da Sacra Famiglia, mostrandosi particolarmente interessati al metodo di lavoro e alle soluzioni adottate.

L’itinerario è partito dal servizio Counseling, dove hanno potuto dialogare con le operatrici e approfondire le metodologie utilizzate, come il sistema di valutazione impiegato per monitorare i progressi dei ragazzi, tanto che la delegazione ha espresso il desiderio di replicarlo all’interno della propria realtà. La visita è poi proseguita nei Centri Diurni, dove Ghaffari e Karimi hanno avuto modo di osservare l’uso dell’agenda iconica, uno strumento che aiuta le persone con autismo a gestire in modo più autonomo le attività quotidiane. Infine, hanno visitato i laboratori “Arteticamente”, rimanendo colpiti non solo dalla qualità dei manufatti, ma anche dalla rete di collaborazioni che la Fondazione ha instaurato con artisti e realtà locali. 

Uno dei temi centrali emersi durante l’incontro è stato l’inserimento lavorativo. In Iran, si stima che una persona su 100 sia autistica, ma la consapevolezza sociale e aziendale su questo tema è ancora scarsa; la IAA sta lavorando per sensibilizzare le imprese e favorire l’inclusione lavorativa, nonostante le difficoltà legate a barriere culturali e alla limitata disponibilità di sostegno pubblico. Gran parte delle attività è infatti finanziata dalle famiglie e da donatori privati, che aiutano chi non ha i mezzi per affrontare questo percorso da solo.

La prossima tappa del tour di Ghaffari e Karimi sarà in Turchia, per poi proseguire verso la Cina, per confrontarsi con altre realtà e portare avanti un dialogo internazionale. «Questa visita è stata un’importante occasione di scambio e arricchimento per costruire modelli più inclusivi ed efficaci», ha dichiarato la dottoressa Ghaffari, sottolineando come l’esperienza di Sacra Famiglia possa diventare un punto di riferimento internazionale per il futuro dell’assistenza alle persone con autismo.

 

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Centro Estivo Autismo, estate e nuovo anno

Centro Estivo Autismo, estate e nuovo anno

Il Centro estivo per l’autismo di Sacra Famiglia è terminato e i nostri ragazzi hanno passato l’estate in vacanza con genitori e fratellini.

Al rientro abbiamo voluto sapere come fosse andata l’estate, se in famiglia avessero provato a introdurre qualche attività appresa al centro estivo e se avessero notato qualche cambiamento nella quotidianità dei loro bambini.

Ecco cosa ci ha raccontato Veronica, la mamma del piccolo Mattia, 7 anni.

«Il centro estivo ha aiutato mio figlio soprattutto dal punto di vista della relazione», sottolinea. «Mattia infatti cerca maggiormente di interagire con gli altri e riesce a farlo in modo diverso e più concreto».

Progressi importanti, passi in avanti sulla strada di una maggiore consapevolezza. «È più sicuro di sé, più “impostato” e strutturato nel comunicare, il modo in cui vi siete relazionati a lui lo ha aiutato a sbloccarsi. Anche nel rapporto con l’adulto Mattia è più presente, fa domande, e spesso risponde subito», conclude Veronica.

centro estivo storia

Anche Laura, l’educatrice del Counseling con cui fa terapia nella nostra sede di via Zurigo ha notato dei cambiamenti. «Ora Mattia interagisce maggiormente con i suoi coetanei, fino ad arrivare a chiedere di sua iniziativa agli altri nome, età e altre informazioni. Prima non lo faceva!».

Settembre è arrivato e un nuovo anno pieno di emozioni e conquiste attende i nostri ragazzi.

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“COSE CHE SUCCEDONO!” – EPISODI DIVERTENTI, PASTICCI E GUAI

 “COSE CHE SUCCEDONO!” – EPISODI DIVERTENTI, PASTICCI E GUAI

Siamo arrivati alla fine di questa edizione del Centro Estivo per l’Autismo e attraverso il racconto degli operatori e dei tirocinanti abbiamo costruito l’approfondimento di oggi, che è un po’ narrazione, un po’ cronaca, un po’ amarcord.

Nella bellezza complessiva di questa esperienza, ciascuno di noi ha vissuto piccoli episodi di tenerezza, sorpresa, fastidio, curiosità e scoperta.

  • “Ce la faremo? Saremo in grado? E se sbagliassimo?”

Ricordiamo i timori di noi operatori nel momento della formazione prima della partenza.

Niente di più bello e più maturo perché il timore di sbagliare guida sempre nel tentare di fare la cosa giusta! Poi siamo partiti, con grande entusiasmo e tanta agitazione.

La strada è stata spianata grazie all’impegno e alla professionalità messa in campo: tutti uniti e coordinati come un team di F1. Ma il carburante che ci ha fatto arrivare al podio sono stati i sorrisi di operatori, tirocinanti, bambini e genitori che hanno sostenuto il nostro lavoro. Sorrisi dapprima timidi, poi aperti, franchi e sinceri, di chi si conosce e poi riconosce con affetto e stima il tuo lavoro.

Ricordiamo le preoccupazioni dei genitori che con il passare dei giorni hanno lasciato il posto a fiducia e gratitudine!”

  • “Le diversità sono diventate un valore aggiunto”

Le diverse professionalità, la diversa preparazione, la diversa conoscenza dei bambini come anche le diverse personalità degli operatori e dei tirocinanti si sono ben amalgamate con il caleidoscopio di caratteristiche dei nostri bambini.

La capacità di concentrarsi in attività semplici o complesse in maniera assoluta rendendole in quel momento le più importanti al mondo.

Le abilità di tenere in ordine, il gestire senza drammi le mani sporche di colore, di reinventarsi attività e cambiare i programmi, riutilizzare materiali.

Gestire con eleganza i capelli e i vestiti macchiati di vernice arancione o indossare una maglietta troppo stretta, accettare di bagnarsi, sporcarsi.

Mettersi in gioco per tutta una lunga giornata, arrivando sfiniti ma soddisfatti.

I genitori comprendono bene queste sensazioni perché le vivono ogni giorno, per tutto il giorno, con i loro bambini: la mamma di M. questa mattina felicissima sorride e ci dice “Grazie, di solito mi chiamano per riportarlo a casa perché non riescono a gestirlo. Invece per tutta la settimana è venuto sereno e senza problemi”.

La scoperta di sapersi capaci ed efficaci, la riscoperta del gioco e delle coccole, la potenza di uno sguardo che si posa su di te e ti riconosce, l’uso delle mani che comunicano, la fiducia in operatori diversi dal proprio.

Ecco cosa è accaduto dietro alle quinte di questa bella avventura, un pout pourri di gesti, azioni, chiacchiere ed emozioni che ci fanno guardare l’un l’altro e dire…

Quindi a tutti voi genitori un’infinità di grazie, perché, nessuno di noi è più lo stesso di un mese fa.

All’anno prossimo!!!

 

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LA BELLEZZA DI CREARE

LA BELLEZZA DI CREARE

L’esperienza nei Laboratori ARTETICAMENTE

Il centro estivo ha potuto svolgersi anche grazie alla collaborazione che si è creata tra i diversi servizi di Fondazione Sacra Famiglia. Il volontariato che ci ha dato in uso gli spazi e la formazione con cui abbiamo attivato il tirocinio degli ASA e l’utilizzo degli spazi come il centro sportivo.

Uno dei valori aggiunti è stata la collaborazione con i Laboratori Arteticamente, dove abbiamo potuto portare i nostri bambini a sperimentarsi nelle diverse proposte.

I laboratori ARTETICAMENTE sono tra i luoghi più pulsanti di vita e creatività di Sacra Famiglia.

Organizzati in modo autonomo, rispetto ai reparti di degenza, offrono un luogo, una professionalità e materiali con cui creare veri manufatti, commercializzabili all’esterno.

I bambini del Centro estivo hanno avuto la possibilità di accedervi e vivere un’esperienza creativa in un luogo protetto e ricco di stimoli adeguati, guidati dalla professionalità delle istruttrici Grazia, Annamaria, Eleonora e Manuela.

I bambini si sono sperimentati nella pittura materica, nel riciclo creativo e nella manipolazione dell’argilla.

Gli istruttori avevano predisposto per ciascuno di loro una scatola di lavoro, contenente tutto il kit necessario.

Ognuno con le proprie abilità, li abbiamo visti sperimentarsi e divertirsi; prima scoprendo il contenuto della scatola, osservare e manipolare il materiale e poi a replicare l’attività proposta, chiedendo aiuto, quando necessario, per aprire barattoli, premere spessori, distribuire colla.

E’ stato bellissimo osservare il loro stupore nel realizzare oggetti belli e divertenti e ancora di più poter vedere il loro orgoglio nel mostrare le loro opere ai genitori.

La “bellezza di creare” non ha confini né limiti, essa porta gioia, incrementa l’autostima, insegna procedure, in modo condiviso e universale!

Per molti dei bambini si è trattato di un’esperienza del tutto nuova, che hanno potuto sperimentare in contesto naturale ed ecologico, con lo scopo di generalizzare abilità acquisite in modo divertente.

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FINALMENTE ANCHE NOI SAPPIAMO

“FINALMENTE ANCHE NOI SAPPIAMO” 

I genitori coinvolti attivamente nello scambio di informazioni

I genitori dei bambini autistici sono abituati a convivere con timore e preoccupazione soprattutto quando affidano i loro cari ad altre persone. La possibilità di garantire loro uno scambio comunicativo puntuale ed empatico permette di abbassare il livello di ansia cha accompagna il distacco.

  • I genitori delle persone autistiche devono essere ascoltati. Sono i maggiori esperti dei loro figli, il “filo rosso” che unisce ogni episodio della loro vita, sono una fonte di informazioni insostituibile che permette di strutturare interventi educativi su misura.
  • I genitori delle persone con autismo devono essere informati. Quello che succede ai bambini quando sono lontani da loro deve essere raccontato. Devono sapere se qualcosa non è andato per il verso giusto, per sintonizzarsi con il loro umore al rientro a casa, e devono conoscere le loro conquiste per accoglierle con orgoglio.

Per garantire tutto ciò abbiamo unito la forza della tecnologia e l’iniziativa dei nostri operatori. E’ stato infatti creato un gruppo WhatsApp con le famiglie dei bambini presenti affinché possano constatare in tempo reale ciò che stiamo facendo attraverso le fotografie. Inoltre alla fine di ogni giornata prevediamo un momento di “restituzione”, in cui si racconta individualmente ad ogni famiglia come è andata la giornata del figlio.

A conclusione di questo importantissimo scambio di informazioni, ogni venerdì, alla chiusura della settimana ci si ritrova insieme a tutti i genitori a rivivere i momenti salienti della settimana, condividere idee, esperienze, sensazioni e gli strumenti visivi utilizzati per raggiungere gli obiettivi di autonomia che ci si è proposti.

Nel nostro progetto di counseling, come nel centro estivo, vogliamo fortemente che la famiglia SAPPIA, COLLABORI e CRESCA insieme a noi. Lo riteniamo fondamentale per la realizzazione del progetto di vita, che parte da un “qui ed ora”.

I genitori si sono dimostrati felici e grati di questa organizzazione e coinvolgimento. Molti di loro hanno dichiarato di aver preso spunto dalle numerose attività offerte, per replicarle anche a casa.

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“RIESCO A FARCELA DA SOLO?” UN GELATO AL BAR

“RIESCO A FARCELA DA SOLO?” UN GELATO AL BAR!

Per un genitore non c’è bene più prezioso di sapere che il proprio figlio un giorno saprà “cavarsela da solo”.

Pensiamo all’autonomia personale come ad un edifico: la comunicazione rappresenta le fondamenta, indipendentemente dal tipo di canale utilizzato. Le abilità, come chiedere aiuto, fare richieste o esprimere bisogni, sono le porte che ci aprono verso il mondo e ci preparano alla variabilità che lo caratterizza. L’autodeterminazione è al centro: quindi l’adulto che si sostituisce al bambino pensando di compensare una fragilità diventa chi sceglie per il bambino senza volerlo.

Parte del nostro lavoro è assicurarci che la persona autistica abbia una vita soddisfacente, in cui, in mezzo alle fatiche nella rincorsa dell’adattamento, ci sia spazio per momenti di appagamento e felicità.

Abbiamo unito questi importanti aspetti dell’autonomia in un’attività molto semplice: prendere il gelato.

L’autodeterminazione si esprime nella possibilità di SCEGLIERE DA SOLI il tipo di gelato gradito, attraverso una selezione visiva di 5 tipologie presenti al Bar interno di Fondazione Sacra Famiglia.

La comunicazione si sperimenta nella richiesta al barista tramite linguaggio verbale o attraverso le immagini che fungono tramite comunicativo, permettendo di superare le difficoltà linguistiche del bambino; questo consente la conferma visiva del proprio desiderio, senza la mediazione dell’adulto.

Questa meravigliosa opportunità garantisce anche uno scambio comunicativo diretto con una persona estranea al gruppo dei caregivers rendendo i bambini consapevoli di poter effettuare scambi efficaci con gli altri.

“Voglio un gelato?” scelgo quello che VOGLIO IO e posso ottenerlo richiedendolo con i miei mezzi!”

E’ da piccole cose che nascono l’autonomia e l’autodeterminazione.

Cosi non appena abbiamo inviato le immagini alle famiglie, abbiamo ricevuto messaggi emozionanti, quelli belli che ripagano e fanno capire che il lavoro procede nella giusta direzione.

Gabriele non aveva mai assaggiato un gelato, oggi si è unito al gruppo spontaneamente e la mamma ci scrive “…vedere Gabriele che prova ad assaggiare il gelato mi riempie di gioia!”.

E’ stessa gioia che proviamo anche noi nell’esperienza con questi bambini.

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CENTRO ESTIVO AUTISMO: Mangiamo Insieme

Centro Estivo Autismo: “MANGIAMO INSIEME”

Il momento del pasto è tanto importante quanto delicato, perché porta con sé la soddisfazione di un bisogno primario ma è allo stesso tempo pieno di abilità da apprendere e obiettivi trasversali da raggiungere.

Pranzare non è solo portare il cibo alla bocca, è comunicazione, socializzazione e ricchezza di stimoli. Tutto questo accade nello stesso momento e diventa difficile per un bambino autistico non agitarsi.

E’ quindi importante che i bambini possano vedere quando si mangia (immagine in agenda), dove si mangia (tovaglietta apposita), cosa si mangia (menù visivo).

Per questa ragione abbiamo costruito un menù visivo giornaliero, personalizzato per ogni bambino sulle scelte dei genitori. Abbiamo inoltre creato le tovagliette parlanti che aiutano nella comunicazione e nelle richieste e le storie sociali che spiegano ai bambini il momento del pasto.

La possibilità di vedere e prevedere, aiuta ad abbassare i livelli di ansia e quindi evita l’insorgere dei comportamenti disadattivi.

comandi visivi a loro disposizione, possono guidarli nel chiedere il bis, nel chiedere aiuto e nel dire basta. I bambini possono chiedere il pane e l’acqua e possono capire facilmente la sequenza delle pietanze.

Così accade che oggi un bimbo, i cui genitori avevano scelto un menù a base di pasta in bianco e prosciutto, guardando i compagni mangiare pasta al pomodoro e cosce di pollo: si alzi e afferri l’immagine del pollo dal menù accanto al suo e la sostituisca a quella del prosciutto, chiarendoci senza ombra di dubbio la sua richiesta e il suo desiderio.

Un esempio di cosa significhi comunicare per chi ancora non riesce ad usare il linguaggio.

La prevedibilità, aiuta a spostare l’attenzione sugli elementi di convivialità, consentendo al pasto di diventare una situazione sociale, piena e adattiva.

E le foto di bambini composti e ordinati mentre mangiano insieme, dimostrano che questo è possibile!

 

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