Emozioni all’Opera: umanità, relazioni e libertà
Emozioni all’Opera: umanità, relazioni e libertà.
Un vero e proprio spettacolo di umanità, relazioni e libertà è andato in scena oggi nel carcere di Opera. E non sembri strano parlare di libertà in un carcere, se a parlarne, ma soprattutto a viverla, sono persone che di quella libertà fisica sono prive.
Stiamo parlando della presentazione del progetto “Emozioni all’Opera” a cui partecipano ormai da oltre un anno cinque utenti del Centro Diurno Psichiatrico Il Camaleonte di Sacra Famiglia e 25 detenuti della casa di reclusione di Milano-Opera. Un incontro decisamente fuori dal comune in cui hanno messo a nudo le loro difficoltà, sofferenze e limitazioni e si sono ritrovati uniti dal desiderio di relazioni autentiche, amicizie vere, condivisione profonda.
“Ci differenzia la pena, ci accomuna la sofferenza”: la pena detentiva e la gabbia della malattia psichica. Due realtà diverse, due fardelli pesanti che si portano meglio insieme.
Questa mattina si è parlato di tutto questo, ma soprattutto si è “visto” in uno spettacolo fatto di canzoni, video, performance sul palco, poesie e racconti a cuore aperto, alla presenza del direttore di Opera SIlvio Di Gregorio, degli specialisti di Fondazione, di don Gino Rigoldi, educatori, operatori, volontari e familiari dei nostri ospiti.
Grazie a tutti per lo splendido messaggio che avete trasmesso, tutti insieme a partire dai detenuti: “Noi non siamo il nostro reato, voi non siete la vostra malattia”.