Un volto amato da più di una generazione, un vera signora della musica e della TV ma anche una “zingara” che, come ammette lei stessa dalle colonne del nostro giornale Super Omnia Charitas, ha la famiglia nel cuore: Iva Zanicchi è la testimonial del progetto “La cura è di casa”, finanziato dal Bando Welfare in azione di Fondazione Cariplo, di cui è partner anche Fondazione Sacra Famiglia, e in particolare la sede di Intra. Una iniziativa che mira a combattere la solitudine degli anziani vulnerabili del Verbano-Cusio-Ossola, e a cui Iva ha prestato volentieri il suo volto e l’inconfondibile verve. Gli anziani intercettati dall’inizio del progetto sono 606 e l’obiettivo è raggiungerne 700 entro aprile 2020. A oggi, il Fondo VCO Social a sostegno del progetto ha raccolto circa 180mila euro; l’obiettivo è di raccoglierne 300mila entro aprile 2020, anche grazie alle donazioni dei cittadini che sono sensibili alle problematiche degli anziani e desiderano dimostrare la propria vicinanza. Abbiamo intervistato Iva Zanicchi che oggi, a 78 anni, è in piena attività tra spettacoli teatrali, tv e serie televisive.

Domanda: Perché ha accettato di prestare il suo volto a “La cura è di casa”, in cui è coinvolta Sacra Famiglia?

Risposta: Perché io adoro gli anziani e sento molto il problema della loro solitudine: lasciare soli i nonni è un delitto, io ero legatissima alla mia mamma e al mio papà e li ho tenuti in casa con me fino alla fine. Certo ne avevo le possibilità, ma credo comunque che bisogna fare tutto il possibile per non abbandonare i nonni, che rappresentano la nostra storia e ci hanno dato tutto quello che abbiamo. Come si fa a non amarli?

D: Anche se si definisce sempre una zingara, come nel suo ultimo spettacolo, lei è molto legata alla famiglia…

R: È vero. Ho sempre viaggiato, da giovane ho cantato in tutto il mondo, dal Giappone al Sud America. Mia figlia era piccola, e a volte stavo via anche un mese… non era facile per me lasciarla, anche se c’erano i miei genitori. Ma mia mamma mi spingeva: vai vai, diceva, lavori anche per lei. E io andavo… Poi sa cosa è successo? Mia figlia me l’ha rinfacciato! (ride)

D: Iva, lei è una forza della natura, dove trova tutta l’energia che ha?

R: Ah non lo so, però è vero che lavoro più adesso che a 50 anni! Sa com’è devo approfittarne… (ride). Il grande poeta Ungaretti, con cui ho avuto l’onore di lavorare, una persona molto anziana, ma con un cuore candido da bambino, mi disse un giorno che il corpo deve invecchiare, ma se la mente rimane giovane, siamo giovani per sempre. Concordo con lui.

Questo è l’augurio per ciascuno di noi e l’obiettivo dell’impegno della Fondazione Sacra Famiglia che lavora con dedizione per rispondere ai bisogni delle persone anziane e delle loro famiglie in tutti i territori dove è presente.

Maggiori informazioni sul progetto “La cura è di casa” sul sito dedicato: www.lacuraedicasa.org