Lavoro e autismo: Masha è una risorsa

Masha ha 25 anni, ha studiato grafica, è seguita da Sacra Famiglia. Che ha affiancato lei
e l’azienda in cui lavora perché il suo inserimento fosse un successo.
Qualche ostacolo c’è sempre e anche qualche preconcetto da parte dei colleghi, come testimonia anche questa esperienza positiva, ma il tempo e l’apertura mentale, insieme alla voglia di conoscersi e sperimentarsi, fanno la differenza e dai dubbi si passa alla certezza: un collega con autismo è una ricchezza, non un vincolo.
Strano che la casa madre avesse inviato così tanti campioni di puzzle 3D fatti a macchina: di solito ne mandavano uno, massimo due… quella volta, invece, ne erano arrivati diversi, forse dieci. Maddalena era perplessa. Eppure non c’erano dubbi: quelle scarpe così impeccabili non potevano che essere uscite dalla fabbrica. Senza difetti, con i pezzi perfettamente incastrati, talmente precisi che quasi non avevano bisogno della solita mano di sigillante che si applica di default su quelli costruiti a mano, perché durino nel tempo senza sbriciolarsi. «Masha, ne sai qualcosa?», chiese Maddalena alla nuova collega, che proprio quella settimana aveva iniziato ad assemblare i suoi primi puzzle. Bastò uno sguardo. Nessun invio errato: era stata Masha, dalle eccezionali doti di manualità, concentrazione e memoria visiva, a montare quei puzzle da record. «Questo è solo uno dei suoi tanti talenti, forse il primo che abbiamo scoperto», dice oggi questa giovane (30 anni) key account manager di Ravensburger, l’azienda che a novembre ha assunto con contratto di stage, proprio nel giorno del suo venticinquesimo compleanno, Masha Giò, affidandola alle sue cure come tutor aziendale. «Se dicessi che non avevo nessuna preoccupazione per il suo arrivo, mentirei», aggiunge Maddalena, «anche perché, pur sapendo di poter contare sul sostegno del mio capo e su un’azienda che non ti lascia mai solo, non avevo proprio idea di come sarebbe stato lavorare con una persona autistica. Sei mesi dopo posso dire di aver imparato tanto e di essere anche cambiata nel mio modo di lavorare e comunicare con gli altri. Tutto grazie a Masha».
A fine 2018, dopo una serie di contatti intercorsi tra il professor Lucio Moderato, Direttore dei Servizi Innovativi per l’autismo di Sacra Famiglia, e il general manager di Ravensburger Italia e Spagna Francesco Bracone, si concretizza la possibilità di inserire Masha, con diagnosi di autismo ad alto funzionamento, negli uffici milanesi della famosa azienda tedesca di giochi da tavolo. La ragazza non aveva nessuna voglia di finire a preparare caffè e fare fotocopie.
«Per avere a che fare con Masha, come con altre persone autistiche, bisogna familiarizzare col loro modo di ragionare e imparare un tipo di comunicazione diverso», spiega Paola Ferrazzi, laureanda in Psicologia, la tutor di Masha per Sacra Famiglia. «Bisogna evitare troppi stimoli sonori o visivi, programmare con cura le attività, spiegare passo passo le fasi di un compito, evitare metafore e linguaggio figurato. In questo modo si riesce a ottenere molto da queste persone che, come tutti, provano grande soddisfazione nel far bene il proprio lavoro e desiderano essere apprezzate». Gli esempi, anche divertenti, non mancano: «A Masha non si può dire che una riunione dura “due minuti”, perché dopo 120 secondi lei si alza e se ne va», racconta divertita Maddalena, «come non le si può chiedere se “ha voglia” di fare una cosa, perché risponderà di no. Bisogna dirle: fai questo. Zero fronzoli, niente inutili giri di parole, divieto totale di approssimazione. Questo mi ha insegnato stare con lei».
«Siamo un’azienda, quindi non dobbiamo mai perdere di vista l’economicità», spiega il general manager Francesco Bracone. «Se Lucio Moderato mi avesse proposto di inserire Masha per solidarietà, avrei detto di no. Certo, all’inizio avevo qualche dubbio sul successo dell’operazione, ma mi sono fidato perché dall’altra parte c’era un partner come Sacra Famiglia. Ora siamo soddisfatti e ottimisti: visto che è un momento positivo per l’azienda, sono sicuro che troveremo il modo per dare continuità alla presenza di Masha tra noi». La diretta interessata, dal canto suo, ha il sorriso stampato in volto e gli occhi che le brillano quando ci illustra la “nuova” sala espositiva con i prodotti Ravensburger che lei ha riordinato e disposto per colore: «Prima era un casino», sorride, cercando la complicità dei colleghi. Il ruolo di Masha, in azienda quattro giorni su cinque per otto ore al giorno, è quello di assistente vendite e trade marketing, cioè aiuta i rivenditori Ravensburger a preparare i materiali per le vetrine, le locandine per gli eventi, o gli allestimenti speciali per il lancio dei nuovi prodotti. «È stata l’unica a scovare 54 errori nel nostro catalogo, noi ne avevamo trovati sì e no una decina», conclude Maddalena, mentre Masha la guarda fiera.