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Funeral Home: GIACOMO PER NOI

Funeral Home: GIACOMO PER NOI

Giacomo Poretti sarà al teatro Cristallo di Cesano Boscone il prossimo 16 maggio alle ore 21 con un nuovo spettacolo, per raccogliere fondi per Fondazione. In scena con lui la moglie, Daniela Cristofori.

Una coppia di anziani, lui e lei, si sta recando a un funerale. Lei è tutta in ghingheri, tailleur e gioielli, lui è un misto tra abito da cerimonia e gita fuori porta. Lei vuole andare, arrivare presto, lui non ne ha la minima voglia. Eccoli qua, Rita e Ambrogio, siamo alle solite: litigano e si lanciano battutine ironiche, proprio come una sorta di riedizione della celebre coppia Mondaini-Vianello. Ma questo è solo l’inizio del nuovo, divertentissimo spettacolo di e con Giacomo Poretti e Daniela Cristofori, sua consorte anche nella vita: Funeral Home che, a dispetto del nome, non è affatto triste ma, anzi, davvero esilarante.

Non ci credete? Tra poco potrete “toccare con mano” grazie alla collaborazione tra Sacra Famiglia e Poretti, che porterà in scena Funeral Home, il 16 maggio, al teatro Cristallo di Cesano Boscone, in una serata di raccolta fondi a favore dei nostri progetti per le persone fragili. Giacomo Poretti, 65 anni, “il 33,33% del Trio più famoso d’Italia”, ha da qualche tempo intrapreso una carriera da attore “solista” con ottimi risultati. Direttore artistico del teatro Oscar deSidera di Milano, sta portando in giro per l’Italia anche il monologo Chiedimi se sono di turno, in cui racconta gli 11 anni da infermiere all’ospedale di Legnano, tra gli anni ‘70 e ‘80. È quindi una persona vicina al lavoro di Sacra Famiglia, che conosce da tempo e per cui ha accettato di realizzare la speciale serata benefica del 16 maggio, un’occasione per assistere a Funeral Home, e in più per contribuire ai progetti che Sacra Famiglia porta avanti a favore delle persone fragili.

La vendita dei biglietti (costo 30 euro) anche online, sul sito del teatro: https://www.cristallo.net/generic/seatsframe.php?sc=5055&sp=33292#seatsframe

Per rimanere aggiornati sulle modalità di acquisto e prenotazione potete rivolgervi a:

Teatro Cristallo, tel. 02.4580242

info@cristallo.net, www.cristallo.net

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Aiutaci a dare forza alla fragilità. Insieme facciamo fiorire la vita

Aiutaci a dare forza alla fragilità. Insieme facciamo fiorire la vita.

Oggi vi raccontiamo la storia di Salvina.

Scrivi meglio tu con gli occhi che io con le mani»: con queste parole l’educatore Paolo De Gregorio aveva convinto Salvatrice Candarella (per tutti Salvina) a scrivere il primo libro, intitolato Silenzio lacrime amore, in cui ha raccontato la storia della sua vita.

Nata 53 anni fa a Noto, in Sicilia, milanese d’adozione (si è trasferita al Nord a tre anni), Salvatrice è una mamma e una moglie felice quando, nel 2007, scopre di avere la SLA. Una doccia gelata per lei, il marito Pino e i figli Alessio e Luca (senza dimenticare mamma Carmela), che però non ha la forza di abbatterla. Tenace, anzi “testona”, come si autodefinisce, Salvatrice si aggrappa alla vita, alla famiglia, alle tante amicizie che non ha perso e anche alla sua grande autoironia e va avanti. Da nove anni Salvina vive nel Centro di Inzago di Sacra Famiglia, struttura specializzata nell’assistenza di persone con disabilità acquisite.

Per la festa della mamma, fai un dono speciale a Salvina: cure e assistenza necessarie per poter abbracciare sempre i suoi figli.

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“Abbracciamo l’acqua” nel Centro Diurno Disabili di Cocquio Trevisago

“Abbracciamo l’acqua” nel Centro Diurno Disabili di Cocquio Trevisago.

Oggi vi raccontiamo del bellissimo progetto “Abbracciamo l’acqua” avviato da alcuni mesi presso il Centro Diurno Disabili di Cocquio Trevisago.

L’attività nasce dal desiderio di poter garantire ai nostri ospiti stimoli e proposte rispondenti ai loro bisogni e nel contempo superare i limiti che la pandemia ci ha costretto a subire.

Partendo dal presupposto  che l’acqua è sicuramente un elemento facilitatore della relazione e permette una condivisione emotiva ed esperienziale, che offre stimoli per migliorare il tono dell’umore e può favorire un incremento di benessere e autostima ma soprattutto determina effetti  psicomotori terapeutici quali  il rilassamento muscolare, la diminuzione degli spasmi muscolari ,l’incremento dell’ampiezza dei movimenti delle articolazioni, il miglioramento della tonicità e della resistenza muscolare si è deciso di posizionare una piccola ma funzionale piscina idromassaggio all’interno della struttura.

Sono state contattate alcune aziende del territorio (Termoteam srl di Ternate, Bang&Clean Italy di Varese, Moris italia srl di Brebbia, Idrokalor termoidraulica di Comerio e lo chef. Daniele Leone) alle quali è doveroso volgere un sentito ringraziamento, che ci hanno permesso l’acquisto di quanto necessario.

Il progetto ha preso avvio nel mese di luglio aprendolo sia agli ospiti con gravi disabilità che a quelli più autonomi.

L’attività, gestita direttamente dal personale operante al Centro Diurno Disabili prevede l’allestimento di un angolo in penombra, con musica rilassante di sottofondo. Gli operatori garantiscono inoltre attenzione alla cura del sé e al mantenimento delle autonomie.

attività Centro Diurno Disabili di Cocquio Trevisago

A distanza di alcuni mesi il bilancio è assolutamente positivo e i rimandi positivi dei ragazzi hanno fatto sì che “Abbracciamo l’acqua” sia diventata una delle attività maggiormente richieste dai nostri ospiti.

Eccone alcuni esempi: Ornella G. affetta da disturbi psichiatrici riesce a contenere il suo disturbo caratterizzato da pensieri ossessivi e atteggiamenti stereotipati, si lascia trasportare dall’acqua e comunica: “l’acqua mi coccola”. Assume un tono della voce pacato e movimenti rilassati accettando il contatto con l’operatore, diversamente dalla quotidianità.
Andrea L. il cui deficit è legato ad una disabilità acquisita, in acqua è in grado di muovere gli arti che normalmente sono molto rigidi.
Francesca P. affetta da autismo, in acqua contiene i suoi agiti stereotipati mostrando piacere nell’attività e socializzando con le compagne.

Molti altri hanno affrontato la paura dell’acqua vincendola e manifestando nel tempo il desiderio di partecipare all’attività.

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Storia micheleNews

Michele è allegro e scherzoso. Gli piacciono tantissimo le feste e il baskin

Michele è allegro e scherzoso. Il suo piatto preferito sono gli spinaci, come Braccio di Ferro, ma il suo personaggio preferito è Topolino!

Michele compirà 23 anni a luglio e dal gennaio 2021 vive nella struttura residenziale che accoglie disabili nella sede di Intra di Sacra Famiglia, con altri 19 compagni.

Michele soffre di una malattia genetica multisistemica rara, la sindrome di Cornelia de Lange e di un’insufficienza mentale. Quando viveva in casa manifestava spesso crisi aggressive di difficile gestione, per questo la famiglia ha dovuto chiedere un aiuto più concreto a Sacra Famiglia.

Oltre due anni fa Michele è arrivato al Centro Diurno di Sacra Famiglia per poi trasferirsi nella Struttura Residenziale per Disabili dove con il gruppo di lavoro, composto da educatori, operatori, infermieri e medici, sta portando avanti un progetto di vita molto importante di rafforzamento delle autonomie, di maggior consapevolezza di sé e di recupero delle relazioni con mamma, papà e fratelli.

Michele adora uscire a fare passeggiate e ama le gite che sta facendo anche grazie al progetto “Vite in prospettiva. Relazioni, autonomia e salute per ripartire insieme” finanziato da FONDAZIONE CRT. Gli piacciono tantissimo le feste e da quando, covid permettendo, sono state ripristinate le attività sportive nella comunità, partecipa sia al baskin (un’innovativa attività sportiva che si ispira al basket, ma con caratteristiche peculiari) sia al GSH dove può praticare diverse attività sportive adattate.

Michele è dispettoso con i suoi compagni, ma anche allegro e scherzoso. Il suo piatto preferito sono gli spinaci, come Braccio di Ferro, ma il suo personaggio preferito è Topolino!

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Sono Luis e amo realizzare marionette colorate al Centro Diurno di Intra

“Sono Luis e amo realizzare marionette colorate” nel Centro Diurno di Sacra Famiglia.

Luis ha 15 anni, vive con la sua mamma sul Lago Maggiore e a gennaio del 2021 è arrivato nel nostro Centro Diurno di Intra, a causa di comportamenti problema frequenti e aggressivi.

In questo anno Luis ha lavorato molto con il gruppo di lavoro composto da Teresa, Livia, Cinzia e Pasquale, con cui ha instaurato un bellissimo rapporto. Il suo atteggiamento è migliorato molto sia nella relazione con la mamma, che nel contesto sociale, soprattutto a scuola, dove finalmente è in grado di stare da solo con gli insegnanti, senza la sua mamma, per qualche ora e sempre in maniera più adeguata.

Luis ama realizzare marionette colorate con cui improvvisa storie e brevi dialoghi, è la sua attività preferita al Centro Diurno ed è davvero molto bravo e creativo.

Luis ha inoltre una spiccata predisposizione per i device e la tecnologia. È un nativo digitale e lo si vede dalla sua abilità nel ricercare immagini e districarsi con i tablet. Proprio grazie a questa sua abilità, i suoi educatori, grazie al progetto “Vite in prospettiva. Relazioni, autonomia e salute per ripartire insieme” finanziato da @Fondazione CRT, hanno pensato per lui alcune sessioni di training con schede didattiche, attraverso la piattaforma WordWall, che offre giochi interattivi e attività molto stimolanti. Il tablet ha permesso a Luis di comunicare le proprie esperienze ed emozioni attraverso l’utilizzo della tecnologia.

Il prossimo obiettivo di autonomia che Luis e l’équipe del Centro Diurno si sono posti è di aumentare i tempi di separazione dalla mamma, incrementare e recuperare le autonomie e capacità relazionali perse per via dell’isolamento dovuto al COVID e fare in modo che Luis possa passare sempre più tempo con i suoi coetanei nei contesti di aggregazione quali scuola e centro diurno.

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APANews

“Salute in movimento” porta avanti il metodo APA

APA_Salute in movimento

Cosa aspetti a muoverti? Sostieni “Salute in movimento”.

“Salute in movimento” è il progetto con cui Sacra Famiglia prevede di adottare in tutte le residenze il metodo APA-Attività Fisica Adattata, una vera e propria “terapia di vita” per le persone fragili, che ha integrato negli anni l’esperienza sul campo di cura della disabilità, anche grave e gravissima.

In Sacra Famiglia crediamo che il movimento sia salute per tutti e a tutte le età, ma soprattutto che sia vita per le persone fragili. Se assistite con competenza e passione, attraverso il movimento infatti possono ritrovare il senso delle giornate nelle residenze, mantenere le abilità residue e riscoprire la gioia della relazione con gli altri.

Quattro sono le fasi di presa in carico e personalizzazione del percorso terapeutico:

1. Valutazione clinica

2. Valutazione funzionale e la progettazione,

3. Avvio e il diario di équipe,

4. Monitoraggio trimestrale.

Un percorso fatto di continui aggiornamenti terapeutici ed educativi: ciascuna attività infatti è definita dopo un’attenta valutazione multidimensionale realizzata da un’equipe multidisciplinare. Gli ospiti partecipano a sedute bisettimanali di 75 minuti ciascuna, che prevedono esercizi di resistenza, rinforzo muscolare, equilibrio e flessibilità. Questi momenti diventano anche occasioni ricreative con forti benefici in termini di equilibrio psichico e di socializzazione.

L’obiettivo di Sacra Famiglia è estendere Salute in Movimento a tutti gli ospiti che possono beneficiare dell’attività fisica, sia disabili che anziani, e siamo a buon punto: oggi sono 200 gli ospiti coinvolti in 12 residenze e centri diurni di Cesano Boscone, ma entro quest’anno prevediamo di arrivare a 250 ospiti in 20 residenze e centri diurni, per raggiungere, entro il 2023, ben 700 ospiti in tutte le sedi.

Per realizzare tutto questo, però, abbiamo bisogno di attrezzature specifiche per le residenze (spalliere, lettini, carrucole e tavole propriocettive, palle di spugna, saturimetri, etc.) e di formare in modo professionale gli educatori.

Per aiutarci è possibile diventare partner di Salute in Movimento, in modo da partecipare a un progetto innovativo di vita e di ricerca, unico ed esclusivo, di grande impatto.

Chiedi informazioni!

Scrivi a: donazioni@sacrafamiglia.org

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La storia di Mauro e il suo ritorno alla luce

La storia di Mauro e il suo ritorno alla luce nel Centro Diurno Santa Chiara di Sacra Famiglia.

Mauro ha trascorso un’adolescenza serena, trascorsa tra la scuola e tanti amici, poi un improvviso trauma e una crisi durata due anni. La vita di Mauro sembrava scandita da due soli tempi. Ma per fortuna, dopo Sacra Famiglia, ce n’è stato un altro …

Due anni di buio. Prima, una vita normale tra scuola, oratorio, amici, sport, gite, viaggi… Poi, dopo una giornata sbagliata e un episodio a metà tra il bullismo e la molestia, nella testa di Mauro la luce si spegne. Improvvisamente. «Non è stato più lui. Di colpo, non lo riconoscevo più»: mamma Floriana, 59 anni, ha ancora la voce incrinata quando ricorda quel tunnel durato due lunghi anni.

«Era devastato, violento, si faceva del male … lui che prima era così allegro e solare. Lo psichiatra ci ha spiegato che l’aggressione subita aveva creato una sorta di “black out” nella sua mente, che l’ha portato ad azzerare le esperienze positive di prima e l’autostima che si era costruito. Si è chiuso in casa, ha iniziato a ingrassare … io ho sofferto come se fosse morto. Non mi vergogno a dirlo».

Così un giorno di sette anni fa, anche se con una buona dose di diffidenza e scetticismo, Mauro si ritrova all’ingresso del Centro Diurno per Disabili S. Chiara di Sacra Famiglia a Cesano Boscone.

«Per una settimana intera è rimasto seduto sulla panchina vicino all’entrata del centro diurno, e io con lui», racconta Emilio Garino, 38 anni, l’educatore di riferimento del centro diurno con cui Mauro ha trascorso molto tempo. «Non voleva entrare, non c’era verso. Diceva che qui non ci voleva stare, e punto. È stata una sfida che ha messo alla prova l’intero gruppo di lavoro ma che abbiamo accettato. L’arrivo di un ospite “impegnativo” porta a riorganizzare tutto e a rimetterci in discussione… e non è detto che sia un male, anzi». Così Emilio e i colleghi iniziano a lavorare sulla fiducia, per fargli capire che questa volta «nessuno voleva fregarlo».

Piccole tappe, piccoli traguardi. Due passi nell’atrio, mezz’ora nella prima stanza, un’altra mezz’ora seduto sulla sedia, un “ciao” detto ai compagni del centro diurno con cui, i primi tempi, aveva deciso di non parlare. «Odiava sentirsi dire di fare il bravo», ricorda Emilio, «aveva stabilito un certo confine tra sé e gli altri, e nessuno doveva superarlo. Poi piano piano… abbiamo trovato la chiave». Una chiave che, nel caso di Mauro, è stata la stima.

Sei qui non per ricevere ordini, ma per fare una strada che decidiamo insieme di percorrere. «Ha iniziato a sciogliersi quando ha capito che sapeva fare tante cose, che non era un peso, ma un aiuto. Gli dicevamo: vai in falegnameria a dare una mano all’istruttore che ha bisogno di te. Spiega come funziona il computer ai tuoi compagni. Andiamo in biblioteca a noleggiare un film così lo fai vedere ai tuoi… Si è aperto uno spiraglio».

«Sacra Famiglia l’ha preso nel punto più basso», sottolinea la mamma, «cucendogli addosso un progetto che ha compreso le sue caratteristiche, come la testardaggine, senza calcolare i tempi di risposta. Hanno saputo aspettare. Lui si è sentito compreso nella sua fragilità e ha ricominciato a pensare di potercela fare. Che qualcosa di buono per lui sia ancora possibile».

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