La miglior cura è la felicità

Alvaro non credeva nelle proprie possibilità di recupero, ma poi i nostri operatori l’hanno fatto sentire amato.

Demoralizzato, triste e sfiduciato. Erano queste le condizioni in cui Alvaro Nava, 70 anni, è arrivato al reparto di Cure Intermedie di Sacra Famiglia. Superata a fatica una forma grave di Covid, e quasi immobilizzato da patologie pregresse, questo signore “milanesissimo” con un passato difficile alle spalle era il primo a non credere nelle proprie capacità di ripresa. Non aveva fatto i conti, però, con l’affiatatissima equipe del reparto che gli è stava vicino ben oltre le sue aspettative.

“Mi sono trovato davanti a persone affabili, accoglienti, competenti e disponibili” racconta “nelle precedenti esperienze in ospedale non avevo mai trovato queste caratteristiche tutte insieme in un’unica struttura. Sono rimasto colpito, stupito”

Un salutare contraccolpo che lo scuote al punto da decidere, in poco tempo, di cambiare atteggiamento. “Ho iniziato il percorso di riabilitazione, riconquistando la fiducia in me stesso”, continua Alvaro.

“Essere continuamente spronato e, mi permetto di dire, amato, mi ha aiutato a essere accogliente con me stesso e con gli altri”. Certo il dolore fisico rimane, ma con l’assistenza e gli ausili adatti, Alvaro migliora e vede i terapisti “più contenti di lui” a ogni suo progresso. Oggi il nostro ex paziente ha migliorato la propria autonomia ed è tornato a casa dalla moglie “con maggiore fiducia nelle persone, quella fiducia che avevo perso a causa delle mie vicissitudini”.