Da quanto ha scoperto di avere il Parkinson, Giancarlo Di Prisco, 59 anni, vive nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia. Qui continua a coltivare la sua passione, la musica, anche se ha dovuto imparare un ritmo e un tempo diverso con la tastiera. Della “vita di prima” gli mancano tante cose. Le serate nei club, la sua band “I Bassifondi”, la gente che balla sui tavoli, le feste di matrimonio e, ancora, le corse di notte – dopo l’ennesimo concerto – verso la sua casa al mare, solo per buttare in acqua il gommone e aspettare l’alba pescando.

Nato a Gaggiano (MI), Giancarlo è il secondo di quattro figli maschi. Inizia a suonare il pianoforte a 11 anni, folgorato da una passione che non l’ha più abbandonato. Iscritto all’ITIS, lascia la scuola per diventare musicista nei piano bar della zona; trascinatore nato, presto raduna un gruppo di amici con cui si esibisce nei locali la sera, e di giorno ai banchetti di nozze. Il resto del tempo fa il commesso in un negozio di strumenti musicali e, insomma, vive letteralmente di rock e note. Fino a quando un giorno si accorge di camminare in un modo strano e fa dei controlli. Arriva la diagnosi e Giancarlo racconta: «Mi sono messo a piangere, ma solo perché temevo che mi si fermassero le dita e non potessi più suonare».

Così non è stato, perché nella residenza Santa Teresina di Sacra Famiglia Giancarlo si esercita tutti i giorni al piano e a volte si esibisce anche con gli ex “colleghi” di serate Leonardo e Gianni. Per non parlare delle sessioni di rock-punk con il musicoterapista Stefano Betta. Ogni domenica lo viene a prendere il padre 91enne e lo porta a trovare la madre. «Qui sto bene», racconta Giancarlo, gli educatori sono bravissimi, suono e, insomma, sono vivo. Anche se mi mancano gli amici: pensavo di averne cento, non era così».

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