GLI INSOLITI SOSPETTI ANTEPRIMA:

Un cast d’eccezione, un intreccio narrativo alla Sherlock Holmes, una location unica, una vera troupe cinematografica: questi gli ingredienti de “Le indagini di Tito&Sibilla”. Un modo attualissimo per rappresentare la disabilità lontano da vecchi stereotipi.

Tito e Sibilla, la coppia di investigatori più famosa dell’alto lago di Varese, è intervenuta per cercare di risolvere un intricato caso nella sede di Sacra Famiglia a Cocquio Trevisago: al nostro Omar, giovane promessa del calcio e super tifoso juventino, è stato sottratto un pallone autografato da Dybala. Chi sarà stato? Chi può essersi macchiato di un’azione tanto subdola? Per saperlo basterà seguire la nuova webserie che sta prendendo forma a Cocquio, e i cui protagonisti sono una ventina di ospiti della RSD di Sacra Famiglia. Dopo due anni di pandemia, è con questo progetto innovativo che Gianluca, Pilar, Gabriele, Donato, Katia, Marco, Omar, Denis, Silvia, Fabio e tutti gli altri provano – e secondo noi riescono – a ripartire, insieme ai loro educatori e a tutto il personale che li accompagna, e anche grazie al contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto che ha deliberato di sostenere l’intera attività. “Ciak si gira” è il titolo dell’iniziativa partita a gennaio con un immediato successo in termini di ritrovato entusiasmo e partecipazione. «Anni fa, prima della pandemia, a Cocquio si faceva teatro» spiega il coordinatore Lorenzo Fronte, tra i promotori di Ciak si gira. «Poi tutto si è fermato, ma quando ci siamo messi a pensare come ripartire ci è venuto in mente che l’idea di una “serie” tipo Netflix era più adeguata ai nostri tempi. Dopo due anni di chiusura vorremmo far conoscere la nostra straordinaria normalità». Bellissima idea, certo, ma di difficile realizzazione, visto che in Sacra Famiglia le competenze sono tante, ma un regista ancora non c’è. Il problema si risolve grazie all’incontro con la cooperativa Totem di Varese, attiva nel settore dell’educazione e animazione, che già realizza progetti di aggregazione, cultura e creatività, anche nell’ambito. Scritturati il regista e il coordinatore tecnico (rispettivamente Stefano Soru e Massimo Lazzaroni), si trattava di coinvolgere direttamente gli ospiti che, lo si è capito subito, non aspettavano altro. «La risposta è stata immediata ed entusiasta», conferma l’educatore Cristian Inclimona, 32 anni, “anima” del progetto insieme al collega Emidio Novali (61), «e ci ha dato l’occasione di riprendere le fila di un lavoro sull’espressività corporea che ci mancava molto. Ognuno sta dando quello che può e che è maggiormente nelle sue corde: la nostra ospite Silvia, per esempio, che è un’avida lettrice, ha scritto il soggetto: una attività di pensiero creativo e riflessione che credo le sia servito molto». A prescindere dal ruolo giocato, Ciak si gira ha movimentato tutta la struttura dell’edificio “Pogliani” di Cocquio.

Prima di girare le varie scene, infatti, i partecipanti si ritrovano in un grande salone dove prende vita il training di rilassamento guidato dagli educatori (oltre a Cristian ed Emidio ci sono le colleghe Elena Savarese, Patri – zia Pannia, Valeria Nieddu, Elena Mar – tini e Carmela Amoruso). «Attraverso la “gabbia musicale” gli ospiti sono invitati a sperimentarsi nel tempo, nello spazio e, infine, nell’incontro con l’altro», spiega Cristian. Su invito degli operatori, le palpebre si schiudono e ci si guarda negli occhi: «Ogni incontro è speciale», scandisce ancora, «quando incrociate qualcuno fate un gesto, un saluto, comunicate che per voi quella persona è importante». Sembrano dettagli, ma non lo sono. E finalmente il linguaggio del corpo, il tocco delle mani, gli abbracci, tornano a fare capolino. Completato il riscaldamento, si passa ai costumi: Gianluca-Tito non sta nella pelle e saltella qua e là, anche mentre indossa l’impermeabile da investigatore, mentre la più composta Sibilla-Pilar si lascia truccare da Elena. «Sei bellissima, dovresti metterlo sempre il rossetto»: ed è proprio così. Ultimati i preparativi, la numerosa comitiva si sposta sul luogo del primo ciak. Non ci sono tutti, altrimenti sarebbero una trentina: nel progetto sono infatti impegnati circa 20 ospiti, una decina di operatori (nel primo episodio “recita” anche Assunta, una simpaticissima addetta alla mensa) e i due membri della troupe. Oggi giriamo in esterna, in un’area storica della sede di Cocquio, tra antichi palazzi, e in un interno del padiglione Rampi, accanto alla mensa. Contiamo così di contribuire a modificare l’immagine stereotipata della disabilità». Le indagini di Tito&Sibilla saranno presto visibili sul canale YouTube di Sacra Famiglia e su tutti i social, per la gioia degli attori e dei familiari. Inoltre saranno portati nelle scuole come segno di collegamento al territorio e contributo da parte di Fondazione e all’educazione civica delle nuove generazioni.