Un nuovo traguardo per i TodosSantos

È fresco di stampa il libro TodosSantos 2008-2018 celebrativo dei primi 10 anni del gruppo musicale più famoso e amato di Sacra Famiglia: i TodosSantos.
Ripercorre una storia nata una giornata grigia e fredda di un sabato qualunque, di fine dicembre 2007. La leggenda narra che Damiana, dipendente di Fondazione, quel giorno sente della musica provenire dal salone dell’Unità San Luigi, e curiosando intravede due ex dipendenti di Fondazione che, nonostante i capelli bianchi e qualche acciacco, cantano a squarciagola dimenandosi come ragazzini: «Perché non creare una band, magari formata da qualche dipendente o volontario…», pensa Damiana, e subito si dà da fare per raccogliere adesioni. Damiana, Piera, Roberta sono le fondatrici del primo nucleo della band, che propone un variegato repertorio anni 70-80 e ha potuto contare, negli anni, su musicisti, cantanti, volontari e tecnici instancabili – Gabriele, Giusy, Rosy, Mariangela, Tiziano, Maurizio, Irma, Luigi, Barbara, Paola, Stefania, Andrea, Christian, oltre agli ospiti Giada e Livio.
Il debutto è datato 29 novembre 2008, e da lì in poi è stata una cavalcata lunga dieci anni fatta di successi, prove e viaggi, applausi e risate, emozioni e contrattempi, ma anche di una partecipazione a festival internazionali, esibizioni in diversi teatri (anche con gli artisti di Zelig), un cd – donato a papa Francesco in piazza San Pietro – e la colonna sonora di un cortometraggio, oltre alla soddisfazione di aver tagliato il traguardo dei 200 concerti, tutti rigorosamente gratuiti e senza barriere.
«Siamo nati senza formalità e senza clamori» spiega Luigi, il chitarrista. «Anzi, se vogliamo, di clamoroso c’è il nostro pubblico davvero unico, che non solo ci accompagna da dieci anni, ma è diventato tutt’uno con la band». I TodosSantos hanno una sola mission: l’attenzione agli ospiti, la serenità delle persone fragili, l’essere lì per e con loro. «I loro sorrisi, i loro buffi balli sulle carrozzine, le loro voci incerte e allegre sono uno stimolo costante a far meglio», continua Luigi. «Noi esistiamo attraverso gli ospiti e loro gioiscono attraverso la nostra musica, è uno scambio reciproco che arriva al cuore». E il nome? Perché vi chiamate così? «Volevamo qualcosa di accattivante ma rispettoso della Fondazione e dei santi a cui le unità sono intitolate, senza far torto a nessuno», conclude Luigi, «La soluzione trovata ci sembra perfetta. Ed eccoci qui, pronti per i prossimi dieci anni!».