Unico, come il suo nome
La storia di Franzo: unico, come il suo nome
Sacra Famiglia riserva a ciascuno cura e un’attenzione particolare.
La sua vita è cambiata per colpa di una lampadina. Quella che Franzo stava cercando di cambiare nella sua casa sul lago di Como, dove era rimasto a vivere da solo dopo la morte della figlia disabile e della moglie. Una scala malferma, un piede in fallo, una brutta caduta: e dopo il ricovero a Niguarda, eccolo giungere in Sacra Famiglia per la riabilitazione. «Qui mi hanno rimesso in piedi», racconta questo signore di 84 anni, la cui vita è stata punteggiata da improvvisi rovesci ed eventi luttuosi, sempre sopportati con coraggio e voglia di ricominciare.
NON UN’ECCEZIONE, MA UN’ATTENZIONE
Il suo primo ricordo risale agli anni bui della guerra, quando la sua città, Avola, fu pesantemente bombardata. Da ragazzo Franzo si trasferisce a Milano dove conosce e sposa Santina, i 2 avranno una figlia. Il destino però aveva in serbo per lui una sfida. La sua adorata «bambina» vola in cielo a soli trent’anni, e la moglie non si riprende più da quel dolore così ingiusto.
Nel 2019 Franzo arriva in Sacra Famiglia col suo bagaglio di dolore e solitudine, e trova un’accoglienza e «un’umanità straordinaria» che gli fa ritrovare prima le gambe e poi il sorriso. O forse tutti e due insieme.
«Ho l’hobby della pittura, mi regala serenità», racconta, «e sono grato a Sacra Famiglia che mi ha permesso di coltivare la mia passione attrezzando un piccolo spazio dove posso lavorare e tenere tele e pennelli». Non «un’eccezione» ma un metodo che identifica nella personalizzazione della cura e nell’attenzione ai bisogni di ciascuno i propri cardini.
E quando ogni giorno Franzo afferra i pennelli, anche se le mani non hanno più la presa di una volta (ma c’è la fisioterapia che lo aiuta), accende le tele e una voce ancora una volta gli ripete, sussurrando, che ce l’ha fatta.