Ne ha parlato Stefania Pozzati, Direttore Sociale Fondazione Sacra Famiglia su LombardiaSociale.it con un contributo sul percorso di riforma che riguarda le cure domiciliari

La riforma della sanità territoriale è a un bivio. Dopo un biennio di grande impegno e adattamento da parte dei Gestori di servizi e delle istituzioni (Regione, ATS, ASST), emerge oggi il bisogno di superare la logica delle singole prestazioni per arrivare a una vera e propria presa in carico integrata del paziente e della sua famiglia a domicilio. Lo sottolinea Stefania Pozzati, direttore sociale di Fondazione Sacra Famiglia, in un recente intervento su Lombardiasociale.it

Secondo Pozzati, il problema risiede nella fragilità spesso complessa, sia sanitaria che sociale, delle persone assistite a casa: le sole cure domiciliari, per quanto fondamentali, non bastano a garantire sicurezza e un’adeguata permanenza dell’anziano nel suo ambiente. È essenziale quindi costruire una rete che non si limiti a segnalazioni, ma crei percorsi di integrazione reali: il sistema sanitario e sociale deve “aprire la porta” delle case in modo efficace, sostenendo le famiglie, altrimenti non si andrà molto lontano dalle mere intenzioni.

A preoccupare, infine, è l’incertezza sulla continuità dei percorsi di cura una volta terminati i fondi del PNRR. Le risorse oggi disponibili hanno permesso di investire, e il numero di persone assistite è cresciuto. Tuttavia, senza la certezza di una continuità, c’è il rischio di vanificare gli sforzi e di lasciare le famiglie senza un supporto essenziale. È quindi urgente, conclude Stefania Pozzati, che la politica definisca orientamenti chiari per la sostenibilità futura, assicurando risorse e strumenti per garantire la continuità dell’assistenza domiciliare.

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