I minialloggi presso la nostra RSA Borsieri-Colombo di LeccoNews

RSA Borsieri-Colombo, i nuovi minialloggi saranno pronti a marzo

Il cantiere è stato aperto a novembre 2024 e si avvia alla conclusione. Le abitazioni sono pensate per promuovere la socialità e la sicurezza degli anziani, in un contesto accogliente e tranquillo

Grandi notizie per la nostra RSA Borsieri-Colombo di Lecco, dove si stanno per concludere i lavori per la realizzazione dei sette nuovi minialloggi protetti. Il cantiere è partito a novembre 2024 e la sua fine è prevista per marzo 2026. Mancano pochi mesi e le nuove abitazioni, che si sommano alle 19 già esistenti, potranno ospitare tanti nuovi anziani.

I minialloggi presso la nostra RSA Borsieri-Colombo di Lecco.Stiamo parlando di luoghi pensati per promuovere la socialità e la sicurezza, garantendo agli anziani la vicinanza dei servizi e la presenza di personale specializzato 24 ore su 24, che si prende cura di loro. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo e felicità dagli attuali ospiti della RSA e noi non vediamo l’ora di accoglierne di nuovi!

L’impegno di Sacra Famiglia per il territorio è sempre molto attivo, come dimostra anche il successo del nostro servizio di RSA aperta: soltanto in un anno abbiamo già raggiunto 50 famiglie a Lecco, portando assistenza qualificata a domicilio.

Questi due progetti sono solo alcune delle cose che vogliamo realizzare in futuro. Di recente è nato “Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico che abbiamo lanciato insieme a Fondazione Comunitaria del Lecchese. Uno strumento ideato per promuovere l’attenzione verso chi è più fragile e per finanziare le attività delle nostre sedi di Lecco, Regoledo e Valmadrera, oltre a quelle di altre organizzazioni della zona. Tante iniziative, insomma, ma con un unico grande obiettivo: mettere sempre al centro la persona e i suoi bisogni. 

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La nostra RSA Borsieri Colombo di LeccoNews

“Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico per sostenere i progetti a Lecco

L’accordo è frutto dell’alleanza tra Sacra Famiglia e Fondazione Comunitaria del Lecchese ed è stato siglato per promuovere l’attenzione verso chi è più fragile

Promuovere l’attenzione verso le persone con fragilità della provincia di Lecco, sostenendo al contempo le attività delle nostre sedi di Lecco, Regoledo e Valmadrera. Con questo scopo è nato “Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico frutto dell’alleanza tra Fondazione Sacra Famiglia e Fondazione Comunitaria del Lecchese.

La festa cittadina della Madonna del Rosario è stata scelta come occasione speciale per lanciare il fondo, che testimonia il grande impegno di Sacra Famiglia a favore del territorio lecchese. Grazie a questo strumento sarà anche possibile finanziare progetti innovativi di altre organizzazioni del territorio, sempre garantendo una gestione trasparente ed efficace di ogni donazione.

«Con “Abitare la Cura” non abbiamo creato solo uno strumento di raccolta fondi, ma abbiamo rafforzato un’idea di comunità che si prende cura dei più fragili», ha dichiarato monsignor Bruno Marinoni, presidente di Sacra Famiglia. «Vogliamo che le nostre strutture siano sempre più aperte e integrate nel tessuto sociale. Questo fondo ci aiuterà a realizzare progetti che migliorano la qualità della vita di chi assistiamo e che rafforzano il legame con il territorio».

Un accordo che è stato promosso da Alessandra Carsana, co-fondatrice della RSA Borsieri-Colombo, e sostenuto da monsignor Bortolo Uberti, prevosto di Lecco e dal decano di Bellano don Emilio Sorte. Sostenere i più fragili e assisterli nel miglior modo possibile è da sempre una priorità per Sacra Famiglia e ora c’è un mezzo in più per stargli vicino.

 

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Scatto realizzato durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa “Giornate della Vista”.Autismo

Sacra Famiglia e Luxottica insieme per i problemi di vista dei più fragili

Grazie all’iniziativa, 100 nostri ospiti possono sottoporsi a una visita oculistica gratuita fino al 31 ottobre. E, a chi ne ha bisogno, vengono donati un paio di nuovi occhiali da vista

Francesco, 15 anni, non ha avuto nessun dubbio quando l’ottico gli ha mostrato i vari occhiali tra i quali poteva sceglierne uno da portare gratuitamente a casa. «Mi piacciono quelli», ha esclamato con un sorriso il ragazzo, allungando le mani verso un paio di occhialetti rossi e neri dalla forma tondeggiante. È stato amore a prima vista e Francesco è tornato a casa tutto contento, con la consapevolezza che finalmente avrebbe visto bene. È il 3 ottobre 2025 e siamo all’Istituto San Vincenzo di Milano, dove i bambini e i ragazzi seguiti dal nostro counseling per l’Autismo si stanno sottoponendo a una visita oculistica, grazie all’iniziativa “Giornate della Vista” di Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia

Fondazione Sacra Famiglia è un partner centrale di questo progetto, nato per offrire alle persone fragili una soluzione ai problemi di vista. Oltre a Francesco, al San Vincenzo incontriamo altri ragazzi e bambini, tutti tra i 7 e i 15 anni: Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole, Francesco e Safwen. Tra loro c’è chi è qui per un semplice controllo, altri sanno già che avranno bisogno di occhiali nuovi.

«Sono un bambino che è venuto dall’oculista e ci vedo vede», ci spiega raggiante Safwen, 10 anni, subito dopo la visita. Poi indossa i nuovi occhiali da sole che ha appena ricevuto in dono e si allontana insieme al papà. Sì, perché, dopo il controllo, Luxottica regala un paio di occhiali da vista a chi ne ha bisogno e i bimbi ricevono anche quelli protettivi per il sole. Un passo avanti molto importante, soprattutto per chi è più fragile, per avere uno sguardo più nitido sul mondo e sentirsi integrati con esso.   

In totale sono 100 i nostri ospiti che beneficiano di “Giornate della Vista”. Fino alla fine di ottobre, hanno la possibilità di sottoporsi gratuitamente a visite oculistiche, seguiti dai volontari e da oculisti e ortottisti

L’Unità Oculistica di Sacra Famiglia-Casa di Cura Ambrosiana è un polo d’avanguardia dove vengono trattate tutte le principali patologie oculari e rappresenta un’eccellenza in Italia. Per questo motivo, il nostro supporto all’iniziativa è fondamentale e molto prezioso. Ogni anno eroghiamo 12.750 prestazioni ambulatoriali e realizziamo 1.162 interventi di cataratta, un servizio che dal 2008 è stato esteso anche a chi ha gravi disabilità. Quest’anno abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra grande esperienza per la buona riuscita di “Giornate della Vista”. Tra i membri dello staff medico che coordina i controlli oculistici, c’è infatti il Dott. Mario Ercole Alessandro Giò, Responsabile dell’unità operativa di oculistica di Casa di Cura Ambrosiana.

«Per noi di Fondazione Sacra Famiglia, la vista è uno strumento primario di comunicazione, quindi di relazione. Questo vale soprattutto per chi non ha altro modo per relazionarsi, come i malati di Sla e chi ha altre disabilità acquisite», ha spiegato Monsignor Bruno Marinoni, Presidente di Sacra Famiglia, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, che si è tenuta giovedì 9 ottobre (in occasione della Giornata Mondiale della Vista) presso l’Opera Diocesana Istituto San Vincenzo a Milano. Monsignor Bruno Marinoni ha poi aggiunto: «Nelle nostre sedi incontro spesso persone che parlano solo con gli occhi. Se gli occhi non funzionano, sono totalmente escluse dal mondo. Questo tema della relazione attraverso la vista è per noi un elemento assolutamente fondamentale».

 “Giornate della Vista” è nata nel 2015 e quest’anno sono previste oltre 60 visite al giorno per tutto il mese di ottobre. Solo nel capoluogo lombardo, l’anno scorso sono state visitate oltre 1.270 persone. A 750 è stato regalato un paio di occhiali da vista e altre 330 sono state indirizzate a ulteriori approfondimenti. Inoltre, a centinaia di bambini sono stati regalati occhiali da sole.

Sono numeri importanti, ma si può fare ancora di più. Lo ha dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia: «Abbiamo già raggiunto un risultato importante: oltre un miliardo di visite effettuate nel mondo. Ma non ci vogliamo fermare qui, perché ci sono altri 2 miliardi e mezzo di persone che soffrono di difetti visivi. Noi vogliamo eradicare quella che chiamiamo la poor vision entro il 2050».  

L’iniziativa si sviluppa con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025, della Camera dei Deputati, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Comune di Milano.

Anche Sacra Famiglia vuole proseguire il cammino, perché vedere la felicità negli occhi di Francesco, Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole e Safwen vale più di ogni altra cosa. È quello che spinge i nostri specialisti ad aderire a eventi come questo. Guardare lontano aiuta anche a combattere l’isolamento. 

Scopri di più sul nostro counseling per l’Autismo

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Le Fra’ Bike alla Tre Valli Varesine: quando lo sport abbatte le barriere

C’è un modo di vivere lo sport che va oltre la competizione e diventa gioia, partecipazione e senso di appartenenza. È con questo spirito che Fondazione Sacra Famiglia parteciperà alla Tre Valli Varesine con il suo progetto di mobilità inclusiva: le Fra’ Bike.

Una flotta di cinque biciclette speciali, provenienti dalle nostre sedi di Cocquio Trevisago (VA), Settimo Milanese, Verbania e Cesano Boscone, percorrerà il circuito cittadino della Gran Fondo prima dell’arrivo dei corridori, domenica 5 ottobre. A godersi l’emozione della “pista” ci saranno persone con disabilità residenti presso le nostre strutture, accompagnate da operatori e volontari. Un segno concreto che dimostra come non esistano limiti alla passione sportiva e alla voglia di esserci.

La presenza di Sacra Famiglia alla manifestazione sarà un evento lungo tre giorni, un’occasione per incontrare la comunità e condividere la nostra missione. Si comincerà sabato 4 ottobre, quando saremo presenti con uno stand presso il Race Village ai Giardini Estensi di Varese, per far conoscere da vicino il progetto Fra’ Bike e le attività della Fondazione. La giornata di domenica 5 ottobre sarà il momento più emozionante, con la sfilata delle nostre biciclette sul percorso di gara. Infine, martedì 7 ottobre, i nostri ospiti saranno invitati d’onore all’arrivo della gara dei professionisti in piazza Monte Grappa, per festeggiare i campioni e vivere l’entusiasmo di un grande appuntamento sportivo.

Il progetto Fra’ Bike: la libertà di una pedalata

Le Fra’ Bike nascono da un desiderio semplice: offrire alle persone con fragilità che vivono nelle nostre residenze sempre più occasioni di contatto con l’esterno, la natura e il territorio. Si tratta di biciclette speciali a pedalata assistita, pensate per adattarsi a ogni tipo di esigenza. La nostra flotta comprende tandem per chi ha una parziale autonomia motoria, modelli con pedana per trasportare le carrozzine e risciò con sedute coperte. Soluzioni che permettono a tutti di godere dei benefici del ciclismo e dell’attività fisica all’aria aperta.

Nata in una delle venti sedi di Sacra Famiglia, l’iniziativa ha generato un tale entusiasmo da trasformarsi in un progetto più ampio, che punta a coinvolgere duecento ospiti in otto diverse strutture. Il progetto è attivo anche nella provincia di Varese, dove la Fondazione è presente con le sedi di Varese Casbeno e Cocquio Trevisago.

Sport, inclusione e valore per il territorio

La partecipazione a una manifestazione prestigiosa e sentita come la Tre Valli Varesine assume per noi un significato speciale: per i nostri ragazzi è la realizzazione di un piccolo, grande sogno; per la manifestazione è un’importante apertura a ciclisti speciali, che arricchisce l’evento di un valore sociale e umano. Questa collaborazione sottolinea la straordinaria capacità dello sport di unire, divertire e sostenere le realtà solidali, trasformando una gara in una festa.

Sostieni anche tu il progetto Fra’ Bike

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Umarell, a Inzago il concorso fotografico che premia la passione per i cantieri

L’iniziativa nasce durante il periodo degli interventi di efficientamento energetico nella sede di Sacra Famiglia, per unire il mondo della fotografia e quello dei lavori. C’è tempo fino al 31 ottobre 2025 per partecipare

 

«Quando ci hanno confermato che nella nostra sede ci sarebbero stati importanti interventi di efficientamento energetico, ho iniziato a pensare a come rendere più piacevole la convivenza con i lavori: così è nata l’idea del concorso fotografico “UMARELL – fotografie in cantiere”». A parlare è Valentina Siddi, direttrice della sede di Inzago di Sacra Famiglia. Il nome del concorso fa riferimento proprio all’iconica figura che, con le mani rigorosamente giunte dietro la schiena, osserva affascinata i cantieri e dispensa consigli.

«L’iniziativa consiste nel fotografare gli Umarell durante le visite o il turno di servizio, rappresentando il lavoro e la vita in Sacra Famiglia, uniti al contesto del cantiere», spiega Siddi. Il concorso è infatti rivolto alle persone che operano a vario titolo nella sede di Inzago, come gli operatori e i famigliari. Lo scopo è unire due mondi molto distanti tra loro, quello dei lavori e quello della fotografia. Gli scatti immortaleranno il cantiere da una nuova prospettiva, trasformando un disagio in un’opportunità.

Entro il 31 ottobre 2025 ciascun partecipante potrà inviare un massimo di tre fotografie a inzago@sacrafamiglia.org, indicando il titolo dell’immagine, la data e il luogo dello scatto, il nome dell’Umarell ritratto, i propri dati personali e il recapito telefonico. Tutte le fotografie verranno valutate da una giuria di esperti che decreterà il vincitore.

Come per ogni concorso che si rispetti, anche questo prevede uno speciale premio sia per il vincitore sia per la persona fotografata. Quale? Delle riproduzioni in 3D del mitico Umarell, ovviamente! Le statuine sono una blu e una gialla, come i colori di Fondazione. Non vi resta che armarvi di macchina fotografiche o smartphone e iniziare a scattare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’attività fisica adattata di Sacra Famiglia modello per lo sport dilettantistico

I risultati raggiunti da chi pratica questo modello, già oggetto di due pubblicazioni scientifiche, sono stati presentati a un convegno in collaborazione con UISP

Dopo la pubblicazione nazionale e quella internazionale dello studio di Sacra Famiglia sui benefici raggiunti da chi pratica l’APA (attività fisica adattata), ecco che il grande network dello sport, l’UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti), si è interessato ai nostri risultati. 

Sabato 20 settembre 2025 si è tenuto alla Casa del Volontariato di Carpi il convegno “In movimento verso il benessere”, organizzato dalla società cooperativa Anziani e Non Solo (ANS) in collaborazione con UISP, associazione di promozione sportiva e sociale a cui sono iscritti più di un milione di soci e 13.000 associazioni e società sportive. All’evento è stata invitata come relatrice la dottoressa Iride Ghezzi, Responsabile del servizio Salute in Movimento, tra gli autori dello studio. Uno studio firmato anche dal dottor Gianluca Giardini, Direttore dei Servizi Sanitari di Sacra Famiglia e da un team multidisciplinare.     

Il focus del convegno è stato l’importanza dell’attività motoria nell’invecchiamento attivo delle persone con disabilità intellettiva. E Iride Ghezzi ha presentato il metodo “APA-modulare”, che Sacra Famiglia utilizza da anni con successo.

Iride Ghezzi, Responsabile del servizio Salute in Movimento.«È un approccio personalizzato e adattato che permette di far svolgere attività fisica a persone di ogni età con disabilità multifunzionali e intellettive», spiega Ghezzi. Il metodo è strutturato in sei fasi sequenziali (Reception, Start, Work Load, Recovery, Relax e Greeting) che sono progettate per accompagnare la persona in modo graduale e inclusivo, rispettando i suoi tempi, i bisogni e le potenzialità. Le attività sono poi articolate in tre ambiti fondamentali: fisico, mentale e sociale. Ogni seduta viene adattata in base al livello cognitivo, motorio e relazionale. Il metodo “APA-modulare”, frutto di un lavoro interdisciplinare, permette all’utente di vivere il movimento come un’esperienza positiva, strutturata e benefica nel tempo, che migliora la mobilità, l’autonomia e il benessere.

«Oltre 200 persone con disabilità intellettiva, relazionale e psichiatrica, seguite per un anno con un programma personalizzato di APA, hanno mostrato miglioramenti oggettivi nella mobilità e nella qualità della vita», aggiunge Iride Ghezzi, riferendosi ai dati più interessanti contenuti nello studio apparso sulla rivista internazionale Sport Science for Health. E prosegue: «Non è stato registrato nessun peggioramento e ci sono stati miglioramenti anche tra i soggetti con disabilità grave».   

Ma perché è così efficace questo metodo? «L’APA migliora le funzioni motorie di base: la forza, l’equilibrio e la coordinazione», spiega Ghezzi, «riduce la sedentarietà e ha un impatto positivo sulle autonomie quotidiane. Favorisce l’aumento dell’interazione sociale, della motivazione personale ed è efficace per quanto riguarda la stimolazione cognitiva e il rallentamento del deterioramento. In generale, aiuta a migliorare la qualità della vita».

I miglioramenti vengono rilevati attraverso una serie di test validati e adattati alla disabilità, che vengono effettuati prima dell’intervento motorio e ripetuti dopo 3 o 6 mesi per valutare l’efficacia del programma proposto e personalizzarne l’evoluzione.

E sulla frequenza con la quale bisognerebbe praticare l’APA, Iride Ghezzi è molto chiara: «Le linee guida dell’OMS raccomandano almeno 150-300 minuti settimanali di attività fisica moderata per tutti, con almeno due sezioni di rinforzo muscolare a settimana. Nei soggetti con disabilità intellettiva, adulti e anziani, anche un’attività minima, ma regolare, come una seduta settimanale di 75 minuti, può generare miglioramenti significativi, soprattutto nei soggetti più sedentari».

Scopri di più sullo studio.

 

 

 

 

 

 

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Le nostre attuali suore davanti alla chiesa della sede di Cesano Boscone.News

«Troppo mi piace la carità», inaugurata la mostra delle nostre suore

L’esposizione si può visitare fino alla fine dell’anno nel cortile della sede di Cesano Boscone

Presenza, impegno, sacrificio, servizio e accoglienza degli “scartati”. Sono questi i valori raccontati attraverso le fotografie della mostra fotografica dedicata alle nostre suore di Maria Bambina, che è stata inaugurata il 9 settembre 2025 nel cortile della sede di Cesano Boscone. La mostra prende il nome dalle parole di Santa Bartolomea Capitanio, cofondatrice delle Suore di Carità: «Troppo mi piace la carità». Suore acudiscono e rallegrano piccoli Ospiti.

L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi. Una serie di scatti che racconta una lunga storia, cominciata a inizio Novecento e che prosegue tuttora. Era infatti il 1902 quando don Domenico Pogliani, fondatore di Sacra Famiglia, inoltrò attraverso il Consiglio di Amministrazione una richiesta formale a suor Angela Ghezzi, madre generale delle suore di Maria Bambina. Con quella richiesta don Pogliani chiedeva di avere delle religiose come supporto e aiuto, per far fronte alle numerosissime richieste di ricovero. Da quel momento le suore divennero un punto di riferimento in Sacra Famiglia, garantendo un servizio continuo e una dedizione che non si sono fermati nemmeno durante i difficili anni delle due guerre mondiali.

La prima sezione della mostra ripercorre l’arco temporale compreso tra il 1896 (anno in cui ha aperto Sacra Famiglia) e il 1939, un periodo durante il quale gli ospiti erano sempre di più e il ruolo delle suore era centrale nell’assisterli. I bambini del reparto Sacro Cuore durante le attività di ricreazione .

Nella seconda parte (dal 1940 al 1945) si affronta il difficile periodo della seconda guerra mondiale, quando le suore dovettero contribuire a sfamare milleottocento persone, oltre ai cento sfollati della città di Milano che furono accolti in quei drammatici momenti.

Il passaggio alla modernità, tra il 1946 e il 1989, a cui è dedicata la terza sezione della mostra, segna il coinvolgimento di sempre più collaboratori laici, ma le suore restarono ancora protagoniste fino agli anni Settanta, quando fu cambiata la loro collocazione nell’istituto: non più solo volontarie, ma anche operatrici sociosanitarie, sempre nel segno della carità e della vicinanza.

La parte finale ripercorre infine i tempi più recenti, dal 1990 a oggi, attraverso le testimonianze delle nostre attuali suore.

Una storia lunga più di un secolo insomma, che racconta la vita di chi ha sempre scelto di mettersi al servizio degli ultimi, modificando il proprio operato e le proprie mansioni per garantire il miglior servizio possibile. Sempre con un obiettivo ben chiaro: mettere al primo posto il bene degli ospiti di Sacra Famiglia. Le attuali suore davanti alla mostra.

La mostra è una raccolta di documenti fotografici dal grande valore storico, che ripercorrono la storia delle nostre suore. Si potrà visitare fino alla fine dell’anno nella sede di Cesano Boscone. L’esposizione vuole essere un punto d’incontro per i curiosi e per tutti coloro interessati a saperne di più sulla vita delle suore. Per questo motivo, chiunque volesse, può contattare Suor Maria Chiara e Suor Marianna a questi contatti:

Suor Maria Chiara:

tel. 366 617 5017

arosiomariachiara@gmail.com

Suor Marianna:

tel. 347 7065270

mariannatab@gmail.com

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Matilde PicettiNews

L’arte per la Logopedia. Le pitture di Matilde in aiuto ai giovani pazienti

Dal 2023 l’artista abbellisce i muri del servizio con le sue opere che rappresentano pesci, gnomi, mucche, cavalli colorati e altro ancora

Pesci di tutti i tipi, gnomi, mucche e cavalli colorati. Sono solo alcuni dei simpatici soggetti che Matilde Picetti, 20 anni e studentessa all’Accademia di Belle Arti di Brera, settore Decorazione, ha scelto di rappresentare per abbellire i muri del servizio di Logopedia della sede di Cesano Boscone. Il progetto è partito nel 2023 su proposta della dottoressa Anna Brambilla, che lavora in Fondazione e che desiderava da tempo adornare e vivacizzare questo spazio frequentato molto dai bambini. E Matilde ha risposto con entusiasmo, dipingendo 44 quadri che seguono tre diversi filoni: tema marino, bosco e fattoria.

Una scelta che l’artista ha maturato dopo aver fatto una ricerca sulle tematiche preferite dai bimbi che frequentano il laboratorio d’arte dove lavora, L’ARTè di Milano. «Utilizzo tele e tavole di legno riciclato e trovato nella falegnameria di Sacra Famiglia», spiega la giovane pittrice mentre la seguiamo lungo i corridoi che ospitano le sue opere, «questo materiale doveva essere buttato, ma io l’ho recuperato e ridipinto con vernice bianca. Poi ho realizzato a matita i disegni e infine il disegno completo sulla tavola. Per i colori ho usato le tempere».

Ora quei muri che un tempo erano spogli hanno preso vitalità e contribuiscono a intrattenere i piccoli pazienti. Matilde è molto legata a Sacra Famiglia e respira da sempre i suoi valori. La mamma, Gaia Salvati, lavora come ASA in Fondazione, il padre Simone lavorava nel laboratorio di falegnameria, il nonno, il Dottor Assunto Picetti, è stato per anni Capo Reparto, mentre la nonna Aida ha lavorato come infermiera. E c’è anche la zia, Cristina Cantoni, che opera nella sede di Settimo Milanese. Attualmente Matilde è decoratrice di un noto brand che produce profumi e svolge lo stesso ruolo per un’azienda di porcellane. Un futuro, il suo, tutto da scrivere ma lei, nonostante la giovane età, ha già le idee chiare: «Dopo aver finito la triennale, mi piacerebbe dedicarmi all’arteterapia. In questi anni, anche grazie a questo progetto che mi ha stimolato molto, mi sono avvicinata al mondo dei bambini».

 

 

 

 

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Difficoltà scolastiche? Apre a Varese un nuovo centro per ragazzi DSA

La scuola ti mette ansia? In classe ti senti un pesce fuor d’acqua? Niente paura, da quest’estate nelle sedi di Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago e Casbeno (Varese) aprirà un servizio innovativo pensato per bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e per le loro famiglie. Il nuovo centro si chiama “PAAS” (Polo per l’Aiuto e l’Apprendimento Scolastico) e nasce per accompagnare nel percorso scolastico chi si sente in difficoltà, offrendo diagnosi, trattamenti mirati ma anche tutoraggi personalizzati e metodi di studio d’avanguardia. L’ambizione è però quella di dar vita non solo a un luogo di cura, ma a un vero e proprio spazio di accompagnamento e crescita. 

Operatori specializzati e strumenti all’avanguardia

Il Polo, che è operativo all’interno degli ambulatori di Cocquio Trevisago e Casbeno (VA) da questa estate per chi ha necessità di recuperare, proseguirà poi il lavoro anche dopo le vacanze scolastiche. Il progetto si rivolge a ragazzi DSA dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, offrendo un ventaglio di servizi che spaziano dalla diagnosi DSA o di altre difficoltà di apprendimento al rinnovo delle certificazioni per il passaggio tra i cicli scolastici (fino all’università), proponendo percorsi per singoli o di gruppo. 

La regia dell’iniziativa è nelle mani di un’équipe multidisciplinare composta da neuropsichiatri, psicologi, logopedisti ed educatori specializzati nel metodo Feuerstein e nell’applicazione dei software di Anastasis, ideati per agevolare l’apprendimento. Proprio grazie all’adozione di questi software (Geco ed ePico), il centro si propone di diventare una struttura convenzionata con postazioni per i ragazzi e personale formato ad hoc.

Percorsi su misura

Il percorso previsto si articola in due fasi. Il modulo iniziale sarà di conoscenza della famiglia e del bambino/ragazzo, seguito dalla proposta di un intervento personalizzato guidato da un’educatrice. Il secondo modulo sarà invece caratterizzato dallo sviluppo del progetto definito e potrà comprendere uno o più interventi tra cui le attività tipiche dell’ambulatorio (in solvenza) per il trattamento DSA o altre modalità di supporto.

Per saperne di più o prenotare un primo incontro, basta contattare gli ambulatori di Cocquio Trevisago o Casbeno: paas@sacrafamiglia.org
Telefono: 0332.327920 (mercoledì ore 13.30-15 e giovedì ore 10-12)

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Troppo mi piace la carità: i 100 anni di servizio delle Suore in mostra

«Troppo mi piace la carità». Le parole di Santa Bartolomea Capitanio, cofondatrice delle Suore di Carità, sintetizzano il senso della mostra che ripercorre la lunga storia di servizio delle Suore di Maria Bambina in Fondazione Sacra Famiglia. L’esposizione sarà inaugurata nella sede di Cesano Boscone il 9 settembre 2025 alle ore 14:00. 

Fin dai primi anni del Novecento, queste parole hanno rappresentato il fondamento di una vocazione: essere una presenza attiva e di sostegno per gli altri. Questo spirito si è tradotto in oltre un secolo di impegno e lavoro, proseguito anche durante i difficili contesti delle due guerre mondiali. In quei frangenti storici, il loro servizio ha rappresentato un elemento di continuità e di cura all’interno della comunità.

Come spiega Suor Adriana Fornoni, superiora della comunità, l’esposizione nasce dal desiderio di «raccontare l’eredità ricevuta dal cammino delle suore di Maria Bambina in Fondazione Sacra Famiglia: un cammino fatto di presenza, d’impegno, di sacrifici, di servizio silenzioso e di accoglienza degli “scartati”». Si tratta di una storia che ha visto le suore farsi prossime a persone con fragilità, malati e anziani, offrendo ascolto e vicinanza attraverso il loro operato quotidiano.

Questa eredità non è intesa come un semplice ricordo. L’esposizione, infatti, non si propone come una commemorazione del passato, ma come la testimonianza di una dedizione che trova continuità nel presente. È un modo per dare valore a una fede che si manifesta in gesti concreti e in una costante umanità. Un racconto che, come ricordano le suore, prosegue «ogni giorno nei volti e nelle mani di chi sceglie, ancora una volta, di esserci, perché il motto “troppo mi piace la carità” è ancora vivo e attuale per noi».

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