I minialloggi presso la nostra RSA Borsieri-Colombo di LeccoNews

RSA Borsieri-Colombo, i nuovi minialloggi saranno pronti a marzo

Il cantiere è stato aperto a novembre 2024 e si avvia alla conclusione. Le abitazioni sono pensate per promuovere la socialità e la sicurezza degli anziani, in un contesto accogliente e tranquillo

Grandi notizie per la nostra RSA Borsieri-Colombo di Lecco, dove si stanno per concludere i lavori per la realizzazione dei sette nuovi minialloggi protetti. Il cantiere è partito a novembre 2024 e la sua fine è prevista per marzo 2026. Mancano pochi mesi e le nuove abitazioni, che si sommano alle 19 già esistenti, potranno ospitare tanti nuovi anziani.

I minialloggi presso la nostra RSA Borsieri-Colombo di Lecco.Stiamo parlando di luoghi pensati per promuovere la socialità e la sicurezza, garantendo agli anziani la vicinanza dei servizi e la presenza di personale specializzato 24 ore su 24, che si prende cura di loro. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo e felicità dagli attuali ospiti della RSA e noi non vediamo l’ora di accoglierne di nuovi!

L’impegno di Sacra Famiglia per il territorio è sempre molto attivo, come dimostra anche il successo del nostro servizio di RSA aperta: soltanto in un anno abbiamo già raggiunto 50 famiglie a Lecco, portando assistenza qualificata a domicilio.

Questi due progetti sono solo alcune delle cose che vogliamo realizzare in futuro. Di recente è nato “Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico che abbiamo lanciato insieme a Fondazione Comunitaria del Lecchese. Uno strumento ideato per promuovere l’attenzione verso chi è più fragile e per finanziare le attività delle nostre sedi di Lecco, Regoledo e Valmadrera, oltre a quelle di altre organizzazioni della zona. Tante iniziative, insomma, ma con un unico grande obiettivo: mettere sempre al centro la persona e i suoi bisogni. 

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La nostra RSA Borsieri Colombo di LeccoNews

“Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico per sostenere i progetti a Lecco

L’accordo è frutto dell’alleanza tra Sacra Famiglia e Fondazione Comunitaria del Lecchese ed è stato siglato per promuovere l’attenzione verso chi è più fragile

Promuovere l’attenzione verso le persone con fragilità della provincia di Lecco, sostenendo al contempo le attività delle nostre sedi di Lecco, Regoledo e Valmadrera. Con questo scopo è nato “Abitare la Cura”, il nuovo fondo filantropico frutto dell’alleanza tra Fondazione Sacra Famiglia e Fondazione Comunitaria del Lecchese.

La festa cittadina della Madonna del Rosario è stata scelta come occasione speciale per lanciare il fondo, che testimonia il grande impegno di Sacra Famiglia a favore del territorio lecchese. Grazie a questo strumento sarà anche possibile finanziare progetti innovativi di altre organizzazioni del territorio, sempre garantendo una gestione trasparente ed efficace di ogni donazione.

«Con “Abitare la Cura” non abbiamo creato solo uno strumento di raccolta fondi, ma abbiamo rafforzato un’idea di comunità che si prende cura dei più fragili», ha dichiarato monsignor Bruno Marinoni, presidente di Sacra Famiglia. «Vogliamo che le nostre strutture siano sempre più aperte e integrate nel tessuto sociale. Questo fondo ci aiuterà a realizzare progetti che migliorano la qualità della vita di chi assistiamo e che rafforzano il legame con il territorio».

Un accordo che è stato promosso da Alessandra Carsana, co-fondatrice della RSA Borsieri-Colombo, e sostenuto da monsignor Bortolo Uberti, prevosto di Lecco e dal decano di Bellano don Emilio Sorte. Sostenere i più fragili e assisterli nel miglior modo possibile è da sempre una priorità per Sacra Famiglia e ora c’è un mezzo in più per stargli vicino.

 

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Scatto realizzato durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa “Giornate della Vista”.Autismo

Sacra Famiglia e Luxottica insieme per i problemi di vista dei più fragili

Grazie all’iniziativa, 100 nostri ospiti possono sottoporsi a una visita oculistica gratuita fino al 31 ottobre. E, a chi ne ha bisogno, vengono donati un paio di nuovi occhiali da vista

Francesco, 15 anni, non ha avuto nessun dubbio quando l’ottico gli ha mostrato i vari occhiali tra i quali poteva sceglierne uno da portare gratuitamente a casa. «Mi piacciono quelli», ha esclamato con un sorriso il ragazzo, allungando le mani verso un paio di occhialetti rossi e neri dalla forma tondeggiante. È stato amore a prima vista e Francesco è tornato a casa tutto contento, con la consapevolezza che finalmente avrebbe visto bene. È il 3 ottobre 2025 e siamo all’Istituto San Vincenzo di Milano, dove i bambini e i ragazzi seguiti dal nostro counseling per l’Autismo si stanno sottoponendo a una visita oculistica, grazie all’iniziativa “Giornate della Vista” di Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia

Fondazione Sacra Famiglia è un partner centrale di questo progetto, nato per offrire alle persone fragili una soluzione ai problemi di vista. Oltre a Francesco, al San Vincenzo incontriamo altri ragazzi e bambini, tutti tra i 7 e i 15 anni: Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole, Francesco e Safwen. Tra loro c’è chi è qui per un semplice controllo, altri sanno già che avranno bisogno di occhiali nuovi.

«Sono un bambino che è venuto dall’oculista e ci vedo vede», ci spiega raggiante Safwen, 10 anni, subito dopo la visita. Poi indossa i nuovi occhiali da sole che ha appena ricevuto in dono e si allontana insieme al papà. Sì, perché, dopo il controllo, Luxottica regala un paio di occhiali da vista a chi ne ha bisogno e i bimbi ricevono anche quelli protettivi per il sole. Un passo avanti molto importante, soprattutto per chi è più fragile, per avere uno sguardo più nitido sul mondo e sentirsi integrati con esso.   

In totale sono 100 i nostri ospiti che beneficiano di “Giornate della Vista”. Fino alla fine di ottobre, hanno la possibilità di sottoporsi gratuitamente a visite oculistiche, seguiti dai volontari e da oculisti e ortottisti

L’Unità Oculistica di Sacra Famiglia-Casa di Cura Ambrosiana è un polo d’avanguardia dove vengono trattate tutte le principali patologie oculari e rappresenta un’eccellenza in Italia. Per questo motivo, il nostro supporto all’iniziativa è fondamentale e molto prezioso. Ogni anno eroghiamo 12.750 prestazioni ambulatoriali e realizziamo 1.162 interventi di cataratta, un servizio che dal 2008 è stato esteso anche a chi ha gravi disabilità. Quest’anno abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra grande esperienza per la buona riuscita di “Giornate della Vista”. Tra i membri dello staff medico che coordina i controlli oculistici, c’è infatti il Dott. Mario Ercole Alessandro Giò, Responsabile dell’unità operativa di oculistica di Casa di Cura Ambrosiana.

«Per noi di Fondazione Sacra Famiglia, la vista è uno strumento primario di comunicazione, quindi di relazione. Questo vale soprattutto per chi non ha altro modo per relazionarsi, come i malati di Sla e chi ha altre disabilità acquisite», ha spiegato Monsignor Bruno Marinoni, Presidente di Sacra Famiglia, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, che si è tenuta giovedì 9 ottobre (in occasione della Giornata Mondiale della Vista) presso l’Opera Diocesana Istituto San Vincenzo a Milano. Monsignor Bruno Marinoni ha poi aggiunto: «Nelle nostre sedi incontro spesso persone che parlano solo con gli occhi. Se gli occhi non funzionano, sono totalmente escluse dal mondo. Questo tema della relazione attraverso la vista è per noi un elemento assolutamente fondamentale».

 “Giornate della Vista” è nata nel 2015 e quest’anno sono previste oltre 60 visite al giorno per tutto il mese di ottobre. Solo nel capoluogo lombardo, l’anno scorso sono state visitate oltre 1.270 persone. A 750 è stato regalato un paio di occhiali da vista e altre 330 sono state indirizzate a ulteriori approfondimenti. Inoltre, a centinaia di bambini sono stati regalati occhiali da sole.

Sono numeri importanti, ma si può fare ancora di più. Lo ha dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia: «Abbiamo già raggiunto un risultato importante: oltre un miliardo di visite effettuate nel mondo. Ma non ci vogliamo fermare qui, perché ci sono altri 2 miliardi e mezzo di persone che soffrono di difetti visivi. Noi vogliamo eradicare quella che chiamiamo la poor vision entro il 2050».  

L’iniziativa si sviluppa con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025, della Camera dei Deputati, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Comune di Milano.

Anche Sacra Famiglia vuole proseguire il cammino, perché vedere la felicità negli occhi di Francesco, Luciana, Ludovico, Matilde, Pierpaolo, Andrea, Alessandro, Nicole e Safwen vale più di ogni altra cosa. È quello che spinge i nostri specialisti ad aderire a eventi come questo. Guardare lontano aiuta anche a combattere l’isolamento. 

Scopri di più sul nostro counseling per l’Autismo

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L’attività fisica adattata di Sacra Famiglia modello per lo sport dilettantistico

I risultati raggiunti da chi pratica questo modello, già oggetto di due pubblicazioni scientifiche, sono stati presentati a un convegno in collaborazione con UISP

Dopo la pubblicazione nazionale e quella internazionale dello studio di Sacra Famiglia sui benefici raggiunti da chi pratica l’APA (attività fisica adattata), ecco che il grande network dello sport, l’UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti), si è interessato ai nostri risultati. 

Sabato 20 settembre 2025 si è tenuto alla Casa del Volontariato di Carpi il convegno “In movimento verso il benessere”, organizzato dalla società cooperativa Anziani e Non Solo (ANS) in collaborazione con UISP, associazione di promozione sportiva e sociale a cui sono iscritti più di un milione di soci e 13.000 associazioni e società sportive. All’evento è stata invitata come relatrice la dottoressa Iride Ghezzi, Responsabile del servizio Salute in Movimento, tra gli autori dello studio. Uno studio firmato anche dal dottor Gianluca Giardini, Direttore dei Servizi Sanitari di Sacra Famiglia e da un team multidisciplinare.     

Il focus del convegno è stato l’importanza dell’attività motoria nell’invecchiamento attivo delle persone con disabilità intellettiva. E Iride Ghezzi ha presentato il metodo “APA-modulare”, che Sacra Famiglia utilizza da anni con successo.

Iride Ghezzi, Responsabile del servizio Salute in Movimento.«È un approccio personalizzato e adattato che permette di far svolgere attività fisica a persone di ogni età con disabilità multifunzionali e intellettive», spiega Ghezzi. Il metodo è strutturato in sei fasi sequenziali (Reception, Start, Work Load, Recovery, Relax e Greeting) che sono progettate per accompagnare la persona in modo graduale e inclusivo, rispettando i suoi tempi, i bisogni e le potenzialità. Le attività sono poi articolate in tre ambiti fondamentali: fisico, mentale e sociale. Ogni seduta viene adattata in base al livello cognitivo, motorio e relazionale. Il metodo “APA-modulare”, frutto di un lavoro interdisciplinare, permette all’utente di vivere il movimento come un’esperienza positiva, strutturata e benefica nel tempo, che migliora la mobilità, l’autonomia e il benessere.

«Oltre 200 persone con disabilità intellettiva, relazionale e psichiatrica, seguite per un anno con un programma personalizzato di APA, hanno mostrato miglioramenti oggettivi nella mobilità e nella qualità della vita», aggiunge Iride Ghezzi, riferendosi ai dati più interessanti contenuti nello studio apparso sulla rivista internazionale Sport Science for Health. E prosegue: «Non è stato registrato nessun peggioramento e ci sono stati miglioramenti anche tra i soggetti con disabilità grave».   

Ma perché è così efficace questo metodo? «L’APA migliora le funzioni motorie di base: la forza, l’equilibrio e la coordinazione», spiega Ghezzi, «riduce la sedentarietà e ha un impatto positivo sulle autonomie quotidiane. Favorisce l’aumento dell’interazione sociale, della motivazione personale ed è efficace per quanto riguarda la stimolazione cognitiva e il rallentamento del deterioramento. In generale, aiuta a migliorare la qualità della vita».

I miglioramenti vengono rilevati attraverso una serie di test validati e adattati alla disabilità, che vengono effettuati prima dell’intervento motorio e ripetuti dopo 3 o 6 mesi per valutare l’efficacia del programma proposto e personalizzarne l’evoluzione.

E sulla frequenza con la quale bisognerebbe praticare l’APA, Iride Ghezzi è molto chiara: «Le linee guida dell’OMS raccomandano almeno 150-300 minuti settimanali di attività fisica moderata per tutti, con almeno due sezioni di rinforzo muscolare a settimana. Nei soggetti con disabilità intellettiva, adulti e anziani, anche un’attività minima, ma regolare, come una seduta settimanale di 75 minuti, può generare miglioramenti significativi, soprattutto nei soggetti più sedentari».

Scopri di più sullo studio.

 

 

 

 

 

 

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Le nostre attuali suore davanti alla chiesa della sede di Cesano Boscone.News

«Troppo mi piace la carità», inaugurata la mostra delle nostre suore

L’esposizione si può visitare fino alla fine dell’anno nel cortile della sede di Cesano Boscone

Presenza, impegno, sacrificio, servizio e accoglienza degli “scartati”. Sono questi i valori raccontati attraverso le fotografie della mostra fotografica dedicata alle nostre suore di Maria Bambina, che è stata inaugurata il 9 settembre 2025 nel cortile della sede di Cesano Boscone. La mostra prende il nome dalle parole di Santa Bartolomea Capitanio, cofondatrice delle Suore di Carità: «Troppo mi piace la carità». Suore acudiscono e rallegrano piccoli Ospiti.

L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi. Una serie di scatti che racconta una lunga storia, cominciata a inizio Novecento e che prosegue tuttora. Era infatti il 1902 quando don Domenico Pogliani, fondatore di Sacra Famiglia, inoltrò attraverso il Consiglio di Amministrazione una richiesta formale a suor Angela Ghezzi, madre generale delle suore di Maria Bambina. Con quella richiesta don Pogliani chiedeva di avere delle religiose come supporto e aiuto, per far fronte alle numerosissime richieste di ricovero. Da quel momento le suore divennero un punto di riferimento in Sacra Famiglia, garantendo un servizio continuo e una dedizione che non si sono fermati nemmeno durante i difficili anni delle due guerre mondiali.

La prima sezione della mostra ripercorre l’arco temporale compreso tra il 1896 (anno in cui ha aperto Sacra Famiglia) e il 1939, un periodo durante il quale gli ospiti erano sempre di più e il ruolo delle suore era centrale nell’assisterli. I bambini del reparto Sacro Cuore durante le attività di ricreazione .

Nella seconda parte (dal 1940 al 1945) si affronta il difficile periodo della seconda guerra mondiale, quando le suore dovettero contribuire a sfamare milleottocento persone, oltre ai cento sfollati della città di Milano che furono accolti in quei drammatici momenti.

Il passaggio alla modernità, tra il 1946 e il 1989, a cui è dedicata la terza sezione della mostra, segna il coinvolgimento di sempre più collaboratori laici, ma le suore restarono ancora protagoniste fino agli anni Settanta, quando fu cambiata la loro collocazione nell’istituto: non più solo volontarie, ma anche operatrici sociosanitarie, sempre nel segno della carità e della vicinanza.

La parte finale ripercorre infine i tempi più recenti, dal 1990 a oggi, attraverso le testimonianze delle nostre attuali suore.

Una storia lunga più di un secolo insomma, che racconta la vita di chi ha sempre scelto di mettersi al servizio degli ultimi, modificando il proprio operato e le proprie mansioni per garantire il miglior servizio possibile. Sempre con un obiettivo ben chiaro: mettere al primo posto il bene degli ospiti di Sacra Famiglia. Le attuali suore davanti alla mostra.

La mostra è una raccolta di documenti fotografici dal grande valore storico, che ripercorrono la storia delle nostre suore. Si potrà visitare fino alla fine dell’anno nella sede di Cesano Boscone. L’esposizione vuole essere un punto d’incontro per i curiosi e per tutti coloro interessati a saperne di più sulla vita delle suore. Per questo motivo, chiunque volesse, può contattare Suor Maria Chiara e Suor Marianna a questi contatti:

Suor Maria Chiara:

tel. 366 617 5017

arosiomariachiara@gmail.com

Suor Marianna:

tel. 347 7065270

mariannatab@gmail.com

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Matilde PicettiNews

L’arte per la Logopedia. Le pitture di Matilde in aiuto ai giovani pazienti

Dal 2023 l’artista abbellisce i muri del servizio con le sue opere che rappresentano pesci, gnomi, mucche, cavalli colorati e altro ancora

Pesci di tutti i tipi, gnomi, mucche e cavalli colorati. Sono solo alcuni dei simpatici soggetti che Matilde Picetti, 20 anni e studentessa all’Accademia di Belle Arti di Brera, settore Decorazione, ha scelto di rappresentare per abbellire i muri del servizio di Logopedia della sede di Cesano Boscone. Il progetto è partito nel 2023 su proposta della dottoressa Anna Brambilla, che lavora in Fondazione e che desiderava da tempo adornare e vivacizzare questo spazio frequentato molto dai bambini. E Matilde ha risposto con entusiasmo, dipingendo 44 quadri che seguono tre diversi filoni: tema marino, bosco e fattoria.

Una scelta che l’artista ha maturato dopo aver fatto una ricerca sulle tematiche preferite dai bimbi che frequentano il laboratorio d’arte dove lavora, L’ARTè di Milano. «Utilizzo tele e tavole di legno riciclato e trovato nella falegnameria di Sacra Famiglia», spiega la giovane pittrice mentre la seguiamo lungo i corridoi che ospitano le sue opere, «questo materiale doveva essere buttato, ma io l’ho recuperato e ridipinto con vernice bianca. Poi ho realizzato a matita i disegni e infine il disegno completo sulla tavola. Per i colori ho usato le tempere».

Ora quei muri che un tempo erano spogli hanno preso vitalità e contribuiscono a intrattenere i piccoli pazienti. Matilde è molto legata a Sacra Famiglia e respira da sempre i suoi valori. La mamma, Gaia Salvati, lavora come ASA in Fondazione, il padre Simone lavorava nel laboratorio di falegnameria, il nonno, il Dottor Assunto Picetti, è stato per anni Capo Reparto, mentre la nonna Aida ha lavorato come infermiera. E c’è anche la zia, Cristina Cantoni, che opera nella sede di Settimo Milanese. Attualmente Matilde è decoratrice di un noto brand che produce profumi e svolge lo stesso ruolo per un’azienda di porcellane. Un futuro, il suo, tutto da scrivere ma lei, nonostante la giovane età, ha già le idee chiare: «Dopo aver finito la triennale, mi piacerebbe dedicarmi all’arteterapia. In questi anni, anche grazie a questo progetto che mi ha stimolato molto, mi sono avvicinata al mondo dei bambini».

 

 

 

 

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Silvana_Visconti_e_la_figlioletta_SummerNews

L’addio a Zoila Basulto, Silvana Visconti e ai loro familiari, vittime dell’incidente stradale del 15 luglio

Nell’incidente hanno perso la vita anche il marito di Zoila, l’altra figlia della coppia Carla Stefany e la figlia di Silvana, Summer, che aveva 4 anni. I funerali verranno celebrati venerdì 25 luglio alle 10 del mattino, presso la Chiesa di San Pietro Apostolo a Gravellona Toce (VB)

«Erano sempre sorridenti, con il sorriso stampato in volto. Zoila, in particolare, aveva lo spirito del Sudamerica». Massimiliano Raso ricorda così Zoila Basulto e la figlia Silvana Visconti, le dipendenti di Sacra Famiglia che hanno perso la vita lo scorso 15 luglio a causa di un grave incidente stradale. Insieme a loro ci hanno lasciato anche il marito di Zoila, l’altra figlia della coppia Carla Stefany e la figlia di Silvana, Summer, che aveva solo 4 anni. I funerali verranno celebrati venerdì 25 luglio alle 10 del mattino, presso la Chiesa di San Pietro Apostolo a Gravellona Toce (VB).

Raso, Oss in Sacra Famiglia da 7 anni, ha lavorato sia con Zoila sia con Silvana nella sede di Verbania e i tre abitavano vicino. «Facevamo il tratto di strada insieme per andare al lavoro», racconta, «e parlavamo della Calabria. Io sono calabrese e loro erano entrambe molto legate a quella terra. Zoila era innamorata della Calabria, aveva preso lì una casa e ogni volta che poteva andava giù». Anche Olga Barbaglia, di professione Oss, ha lavorato per 20 anni con Zoila e di lei ha un bellissimo ricordo: «Era una persona solare, sorridente, non si arrabbiava mai. Rendeva allegri gli ospiti. Se vedeva qualcuno triste sapeva come farlo sorridere. Una persona di cuore, generosa, splendida. Lavoravamo spesso in turno insieme e ci aiutavamo a vicenda. Era sempre scherzosa e rendeva il lavoro veramente leggero».

Noi di Fondazione Sacra Famiglia vogliamo esprimere ancora una volta la più profonda vicinanza a tutti coloro che sono stati toccati da questo dramma inaspettato. Ci uniamo nella preghiera e nel ricordo, con la speranza che tutti possano sentire la nostra discreta solidarietà in questi momenti. Il Signore dia forza e conforto a chi si trova smarrito e disarmato davanti a un dramma così inaspettato. Per chi ha fede, Egli sia consolazione; per chi non crede, possa avvertire il sostegno e la solidarietà umana di chi è loro vicino.

Per ricordare le colleghe e i loro familiari il nostro presidente, monsignor Bruno Marinoni, ha presieduto una Santa Messa la scorsa domenica 20 luglio alle ore 10.30 nella chiesa di Sacra Famiglia a Cesano Boscone, per invocare dal Signore speranza e consolazione. Inoltre, la mattina del 18 luglio, anche la sede di Verbania ha ricordato le vittime dell’incidente con un momento di preghiera.

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Pazienti di Sacra Famiglia e detenuti del carcere di Opera: il viaggio riparte

Un incontro sorprendente nel carcere di Opera che dal 2019 dà frutti inaspettati. Quest’anno, detenuti e pazienti psichiatrici si confrontano sul tema del viaggio

Riparte il progetto di Fondazione Sacra Famiglia che, dal 2019, fa incontrare detenuti e persone con disabilità o disagio psichico. Dopo i percorsi degli ultimi due anni, incentrati sui legami e le emozioni, il tema di quest’anno è il “viaggio”, ispirato alla lettura de “Il Piccolo Principe”. I protagonisti sono un gruppo di detenuti che hanno intrapreso un percorso di giustizia riparativa con l’associazione In Opera, e gli ospiti del centro diurno psichiatrico “Il Camaleonte” di Sacra Famiglia.

L’iniziativa va oltre l’etichetta sbrigativa di un incontro “tra matti e carcerati”, come una lettura intrisa di pregiudizio potrebbe suggerire. “L’obiettivo è ben altro”, spiega la responsabile del Camaleonte, Barbara Migliavacca, “e anche se ambizioso è stato già raggiunto nelle scorse edizioni: superare lo stigma e le diffidenze reciproche e attivare, attraverso la relazione, un percorso di cura e autocura condiviso”. 

Le esperienze degli anni passati testimoniano la forza trasformativa di questi incontri. “Siamo prigionieri tutti, noi e loro, ma loro non hanno nessuna colpa”, riflette Bessi, un ex detenuto del carcere di Opera oggi in semilibertà, che ha intrapreso il percorso anni fa. “Sono intrappolati nella loro mente eppure sperimentano una creatività e una libertà di pensiero che mi colpiscono”. Questa percezione rovescia completamente la prospettiva comune: la prigionia non è solo quella fisica, delimitata dalle sbarre, ma anche quella invisibile delle proprie angosce, come conferma Luca, un utente del Camaleonte: “I nostri pensieri ossessivi sono condizionamenti che opprimono più delle sbarre”.

Quest’anno, il tema del viaggio a partire da “Il Piccolo Principe” si preannuncia particolarmente interessante, un viaggio metaforico che promette di condurre all’esplorazione non di pianeti lontani, ma dei mondi interiori di ciascuno. Un percorso per apprendere, come insegna la volpe al principe, che l’essenziale è invisibile agli occhi e che si creano legami autentici solo addomesticandosi a vicenda, ovvero costruendo pazientemente una relazione. Un nuovo capitolo di quella che è stata definita, in un video disponibile sul canale YouTube di Fondazione, una “cura improbabile”, che ancora una volta promette di generare frutti di grande valore umano.

Guarda il video “La cura improbabile” sul progetto carcere di Opera

Fotografie di Roberto Morelli

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Sacra Famiglia: una nuova vita per gli ospiti di due comunità di Settimo Milanese

Un progetto di ripartenza gradito alle famiglie e necessario per gli ospiti. E’ questo il futuro delle due Comunità di Settimo Milanese di Sacra Famiglia, che verranno coinvolte in una riorganizzazione da realizzarsi in autunno. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita e l’assistenza degli ospiti, trasferendo le persone coinvolte in una residenza di Cesano Boscone, per offrire loro un modello di assistenza più completo e adatto alle loro nuove esigenze. Gli attuali abitanti di Settimo hanno tra i 30 e i 50 anni e soffrono di autismo e di gravi disturbi del comportamento, perciò necessitano di un costante e integrato supporto. Con il passare del tempo i loro bisogni sono cambiati, richiedendo interventi sanitari, educativi e sociali sempre più specifici. La struttura CSS, pur valida, è solo in parte idonea a rispondere a necessità così complesse.   

Una nuova struttura per la continuità assistenziale

La nuova destinazione sarà quindi una Residenza Sanitaria per Disabili (RSD) della sede centrale di Fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone. La struttura è stata rinnovata e ristrutturata per garantire il massimo benessere agli ospiti ed è dotata di ampi spazi e di un giardino. 

In questo progetto l’aspetto fondamentale è la continuità assistenziale, infatti gli ospiti verranno accompagnati nella nuova sede dagli stessi operatori che li seguivano a Settimo Milanese. Ciò permetterà loro di continuare a ricevere le cure come erano abituati prima. Allo stesso tempo verranno mantenuti tutti i posti di lavoro, anzi il numero degli operatori aumenterà passando da 8 a 11, per lo stesso numero di persone assistite. Nell’RSD saranno inoltre costantemente presenti il medico, lo psichiatra e lo psicologo, mentre tutti i servizi specialistici di Fondazione saranno a portata di mano. 

Un progetto condiviso con le famiglie

Le famiglie degli ospiti delle comunità di Settimo Milanese sono state coinvolte e informate per tempo del progetto. Si sono trovate tutte d’accordo con la proposta (tranne una che sta ancora valutando), hanno partecipato a riunioni informative e hanno riconosciuto i benefici di questa soluzione per i loro cari.

Le RSD di Fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone sono riconosciute per l’eccellente qualità dei servizi che offrono, poiché rispondono ai bisogni delle persone con disabilità che trovano nella residenzialità la collocazione più appropriata e rispondente alle proprie aspettative e a quelle dei loro cari. Ne è prova la lista d’attesa di 60 famiglie che desiderano accedere a questi servizi.

Per saperne di più sulle Residenze Sanitarie per Disabili di Fondazione Sacra Famiglia clicca qui

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La sede di Regoledo festeggia 6o anni di impegno, servizi e legame con il territorio

Sacra Famiglia di Regoledo ha celebrato i suoi 60 anni di attività al fianco di anziani, disabili e persone fragili con una giornata di festa aperta alla comunità

Il 13 giugno scorso, un’atmosfera speciale ha avvolto la Sacra Famiglia di Regoledo, con una giornata di festa aperta alla comunità che ha celebrato sessant’anni di impegno, servizi e un profondo legame con il territorio. È stata una vera e propria festa per tutti, arricchita dalla gioia di condividere una storia di risposte concrete ai bisogni di anziani, persone con disabilità e fragili. Sul prato antistante la sede, una grande scritta “REGOLEDO 60”, realizzata con lettere alte due metri dalle altre sedi di Sacra Famiglia, ha accolto i visitatori, simbolo tangibile di collaborazione e lavoro comune. La giornata si è chiusa in bellezza con una serata musicale e street food, a cura del Gruppo Alpini di Perledo, a testimonianza della vicinanza della comunità.

Sacra Famiglia di Regoledo: sei decenni al fianco del territorio

Era il 1965 quando la sede di Regoledo di Fondazione Sacra Famiglia iniziava la sua avventura, diventando negli anni un punto di riferimento essenziale per il lecchese e il distretto di Bellano. Questo importante anniversario testimonia le radici profonde della struttura e il suo costante impegno nel dare risposte ai bisogni di salute e assistenza. In un territorio come quello del Lario, con la sua frammentazione geografica, Sacra Famiglia di Regoledo si è rivelata un vero e proprio presidio sociale, capace di tessere legami e promuovere la reciprocità. Con 115 posti residenziali e una vasta gamma di servizi, la struttura è un punto di riferimento per l’intero comprensorio. Come ha raccontato Silvia Buttaboni, direttrice di Regoledo, “questa è una realtà viva, che ha saputo resistere per sessant’anni perché le persone vi si riconoscono e la considerano un pezzo di storia della comunità.”

Un impegno quotidiano per il benessere e il lavoro

L’impegno di Sacra Famiglia a Regoledo si manifesta attraverso un lavoro quotidiano e concreto. Pensiamo alla consegna pasti a domicilio nei comuni di Varenna e Perledo, con ben 3.500 pasti l’anno che aiutano tanti anziani a rimanere nelle proprie case. O ancora, le prestazioni in regime di RSA Aperta, che dal 2023 sono addirittura triplicate. Le Cure Domiciliari raggiungono un’ampia area, da Abbadia Lariana alla Valsassina e all’Alta Val Varrone, con 9.000 prestazioni, senza dimenticare gli ambulatori di fisioterapia e fisiatra a Premana e Introbio, che offrono oltre 5.000 trattamenti l’anno, allargando le opportunità di cura per la gente delle valli. Questi numeri non sono solo cifre, ma raccontano una storia fatta di professionalità e umanità, un legame profondo con la comunità di cui Sacra Famiglia è anche un importante luogo di lavoro.

Un futuro più verde e sostenibile

Immersa in un contesto naturale unico, circondata da un bosco secolare a picco sul lago, la sede di Sacra Famiglia si impegna attivamente per valorizzare e preservare questo ambiente: in occasione dell’anniversario è stato infatti lanciato un innovativo servizio di car pooling aziendale per i dipendenti, un bel gesto verso una mobilità più sostenibile e un modo per ridurre l’impatto ambientale, incentivando al tempo stesso la collaborazione tra colleghi. È un segnale forte del loro impegno per un futuro più verde e attento al nostro ambiente.

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