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Vuoi regalare sorrisi? FraBike cerca angeli custodi in bici

Le biciclette speciali di Sacra Famiglia sono l’oggetto piĂą desiderato dai nostri ospiti: aiutaci a regalare a tutti un giro in FraBike!

Il vento che accarezza il viso, il calore del sole sulla pelle, i suoni di un parco in un pomeriggio di primavera: per molti sono sensazioni quotidiane, comuni. Per le persone con disabilitĂ  o mobilitĂ  ridotta che vivono in Sacra Famiglia  possono invece rappresentare un’esperienza desiderata, un momento di evasione e divertimento non scontato.

Per trasformare questo desiderio in realtĂ  è nato il progetto Fra’ Bike, un’iniziativa di mobilitĂ  inclusiva che ha dotato le sedi della Fondazione di speciali biciclette a pedalata assistita con due posti, pensate per trasportare in sicurezza e comoditĂ  anche chi si muove in carrozzina o non può pedalare in autonomia. Le bici sono pronte e la voglia degli ospiti di uscire per una passeggiata è grande; tuttavia, gli operatori di Fondazione, pur con tutto l’impegno, non riescono a soddisfare le numerose richieste perchĂ© le gambe per pedalare non sono mai abbastanza.

Per questo Sacra Famiglia lancia un appello alla ricerca di volontari, veri e propri “angeli custodi in bici” disposti a dedicare un po’ del loro tempo per accompagnare gli ospiti in queste piccole, grandi avventure. Non si tratta solo di guidare una Fra’ Bike ma di offrire compagnia e condividere un sorriso. Non è richiesta una preparazione da ciclisti professionisti, ma sensibilitĂ , apertura e il piacere di stare all’aria aperta. Fondazione si occuperĂ  di fornire tutta la formazione necessaria per utilizzare i mezzi in sicurezza e di sostenere i volontari in ogni fase, in uno spirito di reale collaborazione con gli operatori.

Diventare un volontario Fra’ Bike è un invito a percorrere un pezzo di strada insieme, trasformando un semplice giro in bicicletta in un momento di libertĂ  e gioia reciproca.

Per dare le propria disponibilitĂ  a diventare un “angelo custode in bici” scrivere a: frabikevolontari@sacrafamiglia.org

 

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Autismo

2 aprile: allarme masking, rischio invisibile per le persone autistiche

Mascherare i tratti autistici per conformarsi alle aspettative della societĂ . Fondazione Sacra Famiglia, organizzazione leader nel settore, accende i riflettori su un fenomeno poco conosciuto ma diffuso e rischioso: il masking

Nascondere i propri tratti caratteristici per conformarsi alle aspettative della società: è il masking, o “mascheramento”, un comportamento di adattamento sociale messo in atto dalle persone neurodivergenti, come quelle nello spettro autistico o con ADHD. Questa strategia può svilupparsi attraverso alcune tecniche, come imitare espressioni facciali, forzare il contatto visivo, sopprimere gesti spontanei (stimming) e interessi considerati inusuali. Se da un lato il “mascheramento” sembra facilitare l’integrazione sociale, dall’altro può avere un costo elevato in termini di stress, ansia e affaticamento mentale, specialmente quando viene mantenuto nel lungo periodo.

“Riconoscere e comprendere il masking è fondamentale per promuovere un ambiente piĂą inclusivo, in cui le persone con autismo si sentano accettate senza dover nascondere la propria autenticitĂ ”, afferma Monica Conti, Direttrice dei Servizi Innovativi per l’Autismo di Fondazione Sacra Famiglia. “La presa in carico di giovani e adulti neurodivergenti senza disabilitĂ  cognitiva ha richiesto da parte di Sacra Famiglia una rielaborazione del percorso psicoeducativo. L’attenzione si è spostata verso obiettivi di consapevolezza e costruzione dell’identitĂ , oltre al trattamento delle condizioni di sofferenza psichica che possono emergere a causa delle grandi fatiche di adattamento sociale”.

Per rispondere a questa necessitĂ , Fondazione Sacra Famiglia ha attivato diversi percorsi di sostegno, tra cui: programmi di inclusione e socializzazione; gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico individuale e di gruppo; interventi ambulatoriali; percorsi di orientamento al lavoro. “L’intervento precoce è fondamentale, non solo dal punto di vista abilitativo, ma anche per equipaggiare la persona con strategie che riducano l’impatto della neurodivergenza sulla costruzione dell’identitĂ  personale”, conclude Conti. “Solo accogliendo e comprendendo le persone autistiche si può evitare che ricorrano a strategie come il masking, che abbassano l’autostima e mortificano la realizzazione umana e sociale di chi è costretto a praticarle”.

Autismo: scopri tutti i servizi di Sacra Famiglia

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Anziani

Le RSA come spazi aperti: giovani e anziani insieme per nuove relazioni

Questo è il riassunto di un articolo che compare nel numero di aprile del nostro periodico “Sacra Famiglia”. Leggi in fondo come riceverlo a casa gratuitamente

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) non sono più solo luoghi di cura per anziani, ma spazi vivi e aperti alla comunità. A Lecco e provincia, il progetto “RSA, dove le generazioni si incontrano”, sostenuto da Fondazione Comunitaria del Lecchese e Fondazione Fratelli Frassoni, sta trasformando queste strutture in ambienti di incontro tra giovani e anziani, promuovendo nuove abitudini di condivisione e solidarietà.

Grazie alla partecipazione di scuole e studenti, le RSA coinvolte – tra cui la Borsieri-Colombo di Lecco e la RSA di Regoledo di Perledo, entrambe di Fondazione Sacra Famiglia – apriranno le porte a ragazzi e ragazze che porteranno energia e nuove prospettive. Attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) e altre attività, gli anziani ospiti potranno vivere momenti di confronto e socialità con le nuove generazioni.

Oltre agli incontri diretti, il progetto prevede una ricerca sociale per ascoltare i giovani (14-18 anni) e i cosiddetti “giovani-anziani” (65-74 anni). L’obiettivo? Capire come rendere le RSA luoghi dove il dialogo tra generazioni diventa la norma, non l’eccezione.

Un nuovo modello di RSA: piĂą aperte, piĂą vive
Il progetto punta a creare una consuetudine che duri nel tempo: le RSA non saranno più spazi chiusi, ma punti di riferimento per l’intera comunità. Il coinvolgimento costante delle nuove generazioni non solo migliorerà la qualità della vita degli anziani, ma costruirà anche ponti tra passato e futuro, favorendo una cultura di cura e inclusione.

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News

Sacra Famiglia vince il bando Microsoft Lombardia Community Challenge

C’è anche Sacra Famiglia tra i vincitori della seconda edizione della Microsoft Lombardia Community Challenge, iniziativa sviluppata da ChangeX con il supporto di Microsoft e declinata in due diverse sfide avvenute durante l’anno (da aprile e settembre 2024) con l’obiettivo di sostenere con finanziamenti fino a 15.000 euro le organizzazioni non profit del territorio nella realizzazione di progetti ad alto impatto sociale o connessi alle competenze digitali rivolti alle comunitĂ  nella CittĂ  Metropolitana di Milano e nella Provincia di Pavia.

L’annuncio è avvenuto in occasione di un evento in Microsoft House a Milano, con il coinvolgimento di organizzazioni non profit e istituzioni locali. Nella seconda edizione della Microsoft Lombardia Community Challenge sono stati selezionati 6 progetti di altrettante associazioni, volti a promuovere competenze digitali sul territorio lombardo. Questi si aggiungono alle 12 progettualità selezionate in occasione della prima edizione, avviata ad aprile 2024, che aveva come obiettivo quello di aiutare la comunità milanese e pavese in ambito sostenibilità, inclusione ed equità sociale.

Fondazione Sacra Famiglia è risultata tra i vincitori, grazie al progetto “Giovani e anziani insieme”, un’iniziativa che aiuta gli anziani fragili a sviluppare competenze digitali attraverso app cognitive create e spiegate dagli studenti.

“La Microsoft Lombardia Community Challenge è un’occasione per Sacra Famiglia, in collaborazione con la Scuola Falcone Righi di Corsico, per dare corpo ad un progetto importante in cui crediamo e perseguiamo ormai da tempo”, osserva Chiara Valentini della Direzione Anziani di Cesano Boscone. “Ovvero quello di promuovere l’alfabetizzazione digitale degli over 65 con il consolidato progetto ABC Digital, e favorire la stimolazione cognitiva quotidiana nelle nostre strutture con l’uso di App studiate e pensate insieme ai ragazzi. La premiazione in Microsoft House è stata dunque una bella occasione per fare team definendo il gruppo di lavoro che si dedicherĂ  al progetto, per scoprire l’impatto sociale che i progetti della prima edizione hanno avuto sulle ComunitĂ  coinvolte e dialogare con altre organizzazioni del non profit”.

“Microsoft, insieme a Change X promotori della Challenge, ci hanno accolti e coinvolti in un pomeriggio vivace in cui a ciascuno è stato dato modo di raccontare il proprio progetto, mostrandoci l’interesse e il desiderio di essere partner vicini alle organizzazioni e alle cittadinanze dei territori. Come promesso”, conclude Chiara Valentini, “li renderemo partecipi del percorso avviato e non mancheremo nel coinvolgerli in nuove future sfide progettuali”.

 

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Il servizio civile? A me ha cambiato la vita. La storia di Nassim

Il servizio civile può cambiare una vita? Certamente sì, come racconta Nassim Badda, un giovane milanese di 25 anni con papà marocchino e mamma italiana, per cui il periodo di volontariato presso la sede di Settimo Milanese di Sacra Famiglia ha segnato un punto di svolta.

Un’esperienza che cambia la vita

Iscritto alla facoltà di Fisica alla Bicocca, inizialmente vedeva questa esperienza solo come un modo per sostenere le spese universitarie: dopo poco, però, il tempo trascorso con anziani e persone con disabilità ha cambiato le sue prospettive, tanto da spingerlo a riconsiderare il suo futuro professionale.

“Tutto è iniziato nell’ottobre del 2018, quando ho presentato domanda per il servizio civile universale,” racconta Nassim. “Dopo il colloquio con Sacra Famiglia, ho cominciato il mio percorso a Fisica, e a gennaio 2019, ho iniziato il servizio civile a Settimo Milanese. Non avevo alcuna esperienza nel mondo della disabilità o del lavoro con gli anziani, e nemmeno conoscevo la struttura. Ma fin da subito l’ambiente mi ha conquistato. Ho legato con gli operatori e con i colleghi del servizio civile, e ho scoperto una realtà che mi ha affascinato al punto da spingermi a un cambiamento radicale: dopo pochi mesi ho deciso di lasciare Fisica e iscrivermi al corso di Educatore Professionale alla Statale. Ora finalmente mi sono laureato e sono entrato a far parte ufficialmente dello staff di Sacra Famiglia, proprio dove tutto è iniziato.”

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Scoprire una vocazione inaspettata

“Durante quell’anno di servizio civile, ogni giorno lavoravo fianco a fianco con educatori, operatori e ragazzi, creando legami significativi. Può sembrare una frase fatta, ma è vero: in realtà come questa si riceve molto più di quanto si dà. Per me è stata un’esperienza illuminante. Tante cose mi hanno colpito, ma ciò che ha fatto la differenza è stato rendermi conto di essere portato per questo lavoro. Ho capito che era la strada giusta per me.”

Il servizio civile universale si è rivelato, dunque, non solo un’opportunitĂ  di crescita personale, ma anche un trampolino di lancio per il mondo del lavoro. “All’inizio non ci pensavo,” ammette Nassim. “Non avevo idea di cosa significasse lavorare nell’ambito dell’educazione professionale. Del mondo della disabilitĂ , della fisioterapia, dell’assistenza sociale non sapevo nulla. Per questo, ritengo che il servizio civile sia una grande opportunitĂ  per i giovani: ti permette di imparare una professione sul campo.”

Crescita personale e professionale

Oltre alle competenze tecniche, il servizio civile ha permesso a Nassim di sviluppare capacità trasversali. “Questa esperienza mi ha insegnato a lavorare in squadra, a relazionarmi con gli altri e ad acquisire abitudini fondamentali nel mondo del lavoro, come la puntualità e il rispetto delle regole contrattuali. Tutte cose che mi hanno dato un vantaggio rispetto ad altri miei coetanei che non hanno avuto un’esperienza simile. Il servizio civile mi ha aiutato a crescere, sia a livello umano che professionale. Ha cambiato la mia routine: per la prima volta mi sono abituato a svegliarmi presto per andare a lavorare, ho iniziato a guadagnare qualcosa con il mio impegno e ho costruito nuove amicizie e relazioni. Oggi vivo dinamiche simili a quelle di allora, ma con maggiore consapevolezza e responsabilità.”

Quella che per Nassim sembrava solo un’occasione temporanea si è trasformata in una vera e propria vocazione, portandolo a intraprendere un percorso che non avrebbe mai immaginato, ma che ora sente pienamente suo.

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